Giuseppe Lupo, Tabacco Clan
La liturgia dell'amicizia
A me capita spesso di tornare sui particolari del mio ingresso nel pensionato e capita anche di attribuirgli importanza perché la mia vita avrebbe preso una direzione diversa se mi fossi imbattuto in un altro studente anziché in Caracalla. Naturalmente non potrei valutare quale fosse la migliore, però so che un invisibile filo di corrente elettrica scivola sopra le nostre teste e noi siamo come i filobus di passaggio in via Ponzio, lo stradone su cui affacciava una piscina famosa a Milano, grande come un possibile mare, finita nei racconti di chi c'era stato. Un invisibile filo di corrente elettrica passa sopra di noi, lo ripeto anche ora agli altri, e noi ci aggrappiamo con tutta la forza che abbiamo, poco conta se gli attribuiamo il nome di amicizia o un valore ancora più misterioso dell'affetto.
Giuseppe Lupo è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea all’Università Cattolica di Milano. Tra i romanzi, tutti pubblicati da Marsilio: Breve storia del mio silenzio (2019, 2021; selezionato nella dozzina del Premio Strega), Gli anni del nostro incanto (2017, 2019; Premio Viareggio), L’ultima sposa di Palmira (2011, 2018; Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini). Ha pubblicato inoltre L’americano di Celenne (2000, 2018; Premio Mondello, Premio Berto), La carovana Zanardelli (2008, 2022; Premio Grinzane-Carical), Viaggiatori di nuvole (2013, 2020; Premio Dessì), L’albero di stanze (2015; Premio Alassio, Premio Frontino Montefeltro) e, per Aboca, Il pioppo del Sempione (2021). Ha curato, sempre per Marsilio, Moderno Antimoderno di Cesare De Michelis (2021). È autore di diversi saggi sulla cultura del Novecento e collabora con Il Sole 24 Ore.