Annie Romand, Abbandonata

La ricerca del padre

A quarant’anni Anny decide che è arrivato il momento di andare a conoscere suo padre. Di lui sa da sempre il nome, sa che quando sua madre a diciannove anni, incinta, lo è andato a cercare, ha messo in dubbio la paternità e si è disinteressato della vicenda. Nel tempo ha fantasticato molto su di lui, sul suo aspetto, sui suoi interessi. La accompagna un’amica e ha in mano una lettera da consegnargli se non vorrà farla entrare in casa. Invece ad aprire è la donna che lui ha sposato e con cui ha fatto cinque figli: lei è gentile e ospitale, lui ormai vecchio e assente per l'Alzheimer. Nel corso della conversazione riesce solo a notare che la figlia ha belle gambe. In Abbandonata, tradotto da Laura Tasso per La Lepre edizioni, Annie Romand intreccia il racconto di questa visita con la storia di sua madre Rosy, che decide all'ultimo momento di tenere la figlia dopo averla partorita e con la storia della propria crescita accanto alla nonna armena, a sua volta rimasta incinta della figlia che ha allevato da sola. Scegliere di confrontarsi con il dolore dell’abbandono aiuta la protagonista a liberarsi da un peso e la narrazione diventa uno specchio per chi legge.

In lei monta una collera sorda. Suo padre distoglie lo sguardo per posarlo su una finestra coperta da pesanti tendaggi. Non si vede fuori. O, anche se si vedesse, sarebbe soltanto il palazzo di fronte, che ha le finestre chiuse. Lui ha percepito la collera che saliva in quella donna sconosciuta che ha di fronte. Distoglie gli occhi, come aveva fatto anni prima con sua madre. Distogliere, eludere, respingere. La collera di lei. Una collera fredda, glaciale. Voglia di piangere per la rabbia, di picchiare quell'uomo per svegliarlo, perché infine diventi qualcuno con cui parlare, non un fuggitivo, un codardo, un fallito preoccupato soltanto dei suoi comodi, della sua tranquillità, della sua libido.


Annie Romand è attrice, scrittrice, traduttrice e fotografa. Ha preso parte a numerosi film (tra i registi, Jean-Luc Godard e Manoel de Oliveira) e a serie televisive. Per la casa editrice Actes sud ha tradotto alcuni libri di Alan Ball. Nel 2006 ha ideato Une Saison de Nobel, serate dedicate ai premi Nobel per la letteratura. Nel 2015 ha pubblicato Ma grand’mère d’Armenie, tradotto in svedese, armeno e italiano. Nel 2018 ha pubblicato in Svezia Le Silence avant l’effroi, éditions Elisabeth Grate, pubblicato in francese da Serge Safran nel 2020.