Daniele Mencarelli, Fame d'aria
L'autismo del figlio
La storia d’amore tra Pietro e Bianca è culminata nel matrimonio e nella nascita di un figlio, Jacopo. All’iniziale felicità è subentrato un grande scoramento quando i due si sono accorti che il bambino soffre di una grave forma di autismo, che non gli consente di comunicare con gli altri e di badare a sé stesso. Incontriamo Pietro e Jacopo all’inizio di Fame d’aria di Daniele Mencarelli, romanzo appena uscito per Mondadori. Sono diretti in Puglia, hanno deviato verso il Molise, la macchina si è rotta, hanno bisogno di un meccanico. Finiscono a Sant’Anna del Sannio, dove trovano una stanza presso Agata e Gioia, mentre Oliviero s'impegna a trovare una frizione di ricambio per la vecchia golf. Piano piano Mencarelli ci rivela lo stato di agitazione profonda del suo protagonista, esasperato per i debiti che ha accumulato nel tentativo di far migliorare le condizioni del figlio e angustiato per la solitudine a cui si sente condannato insieme alla moglie. Pietro è arrivato a un punto di rottura e solo la gentilezza di tre persone incontrate per caso può cambiare il corso degli eventi.
Daniele Mencarelli nasce a Roma nel 1974. Vive ad Ariccia. La sua ultima raccolta poetica è Tempo circolare (poesie 2019-1997), peQuod, 2019. Del 2018 è il suo romanzo d’esordio, La casa degli sguardi, Mondadori (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima). Nel 2020 esce Tutto chiede salvezza, Mondadori (finalista al premio Strega, vincitore del premio Strega Giovani, vincitore del premio Segafredo Zanetti-un libro un film, vincitore del premio Anima per il sociale). Da questo romanzo è tratta per Netflix la serie omonima, con regia di Francesco Bruni. Con Sempre tornare (Mondadori, 2021, premio Flaiano per la narrativa) lo scrittore chiude la sua ideale trilogia autobiografica. Nell’aprile del 2022 è andata in scena al Centro Teatrale Bresciano, con la regia di Piero Maccarinelli, la sua prima opera teatrale: Agnello di Dio, che ora si appresta a girare i teatri d’Italia. Collabora scrivendo di cultura e società con quotidiani e riviste.Pietro ha fatto stendere Jacopo sul letto, si volta e afferra il suo materasso, lo tira su e lo appoggia al muro per dritto.
Fa lo stesso a casa.
I suoi sono cazzotti da niente, ha avuto amici che ne tiravano certi da fare spavento. I suoi sono di quelli buoni per piangere, per gridare senza emettere fiato.
Pietro ha trovato il modo di rendere anche la rabbia a costo zero.
Il materasso non si rompe.
Altro vantaggio: assorbe i colpi in silenzio, assoluto.
Cinque, sei, sette cazzotti.
Il fiatone che arriva.