Olga Campofreda, Ragazze perbene
Vite che non abbiamo scelto
Clara è partita da Caserta per andare a Londra. Voleva scrivere; si è trovata un lavoro come insegnante di italiano. Torna poco a casa, ci va soprattutto a Natale. Al centro di Ragazze perbene (NN Editore) di Olga Campofreda c’è il matrimonio di Rossella, cugina di Clara e sua quasi gemella (sono entrambe figlie uniche, hanno solo un mese di differenza e sono cresciute insieme) con Luca, suo fidanzato dai tempi del liceo. Mentre Clara vive con distacco e curiosità gli incontri con gli uomini che trova su Tinder (non senza cogliere le loro debolezze e vanità), Rossella, fa felice la sua famiglia sposando Luca, da sempre avviato alla carriera di notaio. Quando erano tutti più giovani, per un breve periodo Luca e Clara si erano frequentati e avevano parlato molto; Rossella dopo il corso prematrimoniale era scomparsa per tre giorni, forse non è tutto oro quello che luccica. Un romanzo sulla provincia che ti etichetta e ti chiude in ruoli prefabbricati e sulla metropoli in cui scompari ma conta lo stesso come ti presenti agli altri, ma soprattutto una storia sull'affermazione di sé che passa per la capacità di leggere i propri bisogni e per il coraggio delle proprie scelte.
Olga Campofreda vive a Londra, dove lavora come ricercatrice in Italian e Cultural studies e insegna scherma per la nazionale inglese Under 20. Nel 2009 ha esordito con La confraternita di Elvis (ARPANet) e i suoi racconti sono apparsi su riviste e blog letterari. Tra le sue ultime pubblicazioni: A San Francisco con Lawrence Ferlinghetti (Giulio Perrone Editore 2019) e il saggio su Pier Vittorio Tondelli Dalla generazione all’individuo (Mimesis 2020). È co-autrice del podcast The Italian Files e insieme a Eloisa Morra cura Elettra, una serie antologica di racconti sul rapporto tra padri e figlie (effequ).Se solo ci fossimo osservati più a lungo quando era il momento, se solo ci fossimo riconosciuti stanchi, allora per dispetto avremmo cambiato direzione, ci saremmo caduti addosso e poi ci saremmo rimessi in piedi riprendendo il cammino su un sentiero sterrato.