Tommaso Pincio, Diario di un'estate marziana

Ennio Flaiano e Roma

In Diario di un’estate marziana (Giulio Perrone editore) Tommaso Pincio racconta il suo Ennio Flaiano: non è una biografia, non è un romanzo, è una divagazione sullo scrittore e sull’uomo, sul suo tormentato rapporto con il successo (vince il Premio Strega con il suo primo romanzo Tempo di uccidere e poi non ne scrive più) e con la città di Roma (ci arriva presto dall’Abruzzo, studiando al Convitto, non la lascia ma non la sopporta). Pincio ripercorre i luoghi di Flaiano, lo fa in modo convincente e affascinante, rispecchiandosi nei suoi rovelli e nel suo sentimento di non appartenenza.

Si sentiva in conflitto con un’epoca che faceva del successo una nuova forma di adorazione, ma anche con sé stesso per essersi assunto, con l’applauso dei giudici e della critica, un debito che non poteva saldare. Questa convinzione di non essere meritevole lo accompagnerà fino alla tomba. 


Tommaso Pincio, crittore e pittore, vive e lavora a Roma. Ha pubblicato M. (Cronopio, 1999), Lo spazio sfinito (Fanucci, 2000; minimum fax, 2010), Un amore dell’altro mondo (Einaudi, 2002), La ragazza che non era lei (Einaudi, 2005), Cinacittà (Einaudi, 2008), Hotel a zero stelle (Laterza, 2011), Pulp Roma (il Saggiatore, 2012), Panorama (NN Editore, 2015), Scrissi d’arte (L’orma editore, 2015) e Il dono di saper vivere (Einaudi, 2018). Ha tradotto tra gli altri Kerouac, Cheever, Dick, Fitzgerald, Updike, Orwell, Stoker.