Francesca Capossele, L'abitudine sbagliata
L'utopia dell'amicizia
Maria è una donna adulta che vive isolata in campagna. Riceve la visita di Luis, un vecchio amico a cui è molto legata, e da qui parte un racconto che risale agli anni dell’infanzia e adolescenza della protagonista, fino ad arrivare a quelli dell’università e del loro incontro. L’abitudine sbagliata di Francesca Capossele pubblicato da Playground, ricostruisce la storia di Maria, Lalla e Bruno che si sono conosciuti da bambini e che hanno sofferto non riconoscendosi nell’ambiente familiare e nella piccola cittadina del Nord in cui sono nati. Maria a sedici anni ha una relazione con un dentista sessantenne; Lalla invece di accettare la proposta di matrimonio del suo fidanzato sceglie di studiare chimica; Bruno non riesce a parlare con suo padre della sua omosessualità. Tutti e tre vedono nello studio il mezzo per abbandonare la provincia; nella grande città andranno a vivere insieme. Ma poi arriva Luis, che ha una breve storia con Maria e che piace moltissimo a Bruno. Tutti sanno che sarebbe meglio che i due non si mettessero insieme, ma la cosa accade e le conseguenze sono devastanti. Un romanzo sull’amicizia e sui suoi limiti, sul dolore dei padri e su quello dei figli, sulla vita che finisce sempre per deludere le aspettative giovanili.
Francesca Capossele è nata a Rovigo nel 1958 e vive e lavora a Ferrara. Ha esordito nel 2016 con 1972, finalista al Premio Modus Legendi. Con il suo secondo romanzo, Nel caso non mi riconoscessi, ha vinto il premio letterario I Sassi di Matera.Dopo il liceo ero una ragazza scioccamente ottimista, tendevo a credere che fosse passato il peggio del mio tempo, non il meglio. Del resto si respirava aria di cambiamento. Soffiava nella mia vita, come in quelle di Lalla e Bruno, i miei amici di sempre. Fratelli. Complici. Se preferite, soldati della stessa trincea.