Vincenzo Pardini, Il valico dei briganti
L'arte di Barbanera
Sin da bambino Vlademaro Taddei prova gusto a rubare. È un ragazzino intelligente, impara subito a leggere e scrivere, anche se viene da una famiglia di contadini analfabeti. Siamo nella Bagni di Lucca dell’Ottocento e la storia di questo giovane, destinato a diventare il temutissimo Barbanera, viene raccontata da Vincenzo Pardini nel romanzo Il valico dei briganti, pubblicato da Vallecchi. Dopo aver subito molestie da un parroco, Vlademaro s’incattivisce e fa il suo primo grosso colpo: rapina una vecchia signora e suo figlio lasciandoli più morti che vivi. A questo punto non gli resta che imbarcarsi per gli Stati uniti. Al momento di partire conosce Jodo, un suo coetaneo e con lui finisce per essere assoldato dal capitano della nave per tenere l’ordine a bordo. Arrivati in America i due, raccomandati dal capitano, entrano in una milizia che protegge le diligenze e chi viaggia con valori. Ma Vlademaro non è fatto per stare dalla parte della giustizia e alla prima occasione tradisce Jodo e passa dalla parte dei banditi. Dopo varie avventure, torna in Italia, ritrova i suoi fratelli, sposa Angelina e ha due figli con lei; di giorno contadino tutto casa e famiglia, di notte continua a fare rapine con una nuova banda, alla quale invano raccomanda moderazione nell'uso della violenza per evitare la pena capitale. I sospetti su di lui s’infittiscono, ma riuscirà a scamparla fino alla fine grazie alla sua astuzia e all'abitudine di non fidarsi di nessuno. Una storia terribile e avvincente raccontata con una lingua che riesce a restituire il senso di un'epoca ormai passata e a risultare straordinariamente inventiva e flessibile.
Vincenzo Pardini è nato nel 1950 in un paese della Media Val di Serchio (Lucca). Collabora a La Nazione e alle riviste Nuovi Argomenti e Paragone. Tra i suoi romanzi più importanti Il falco d’oro (Mondadori, 1983); Il racconto della Luna (Mondadori, 1987); Jodo Cartamigli (Mondadori, 1989 da cui è stato tratto il film Il mio West e vincitore del Gandovere Franciacorta e il Corrado Alvaro Rhegium Julii); La mappa delle asce (Theoria, 1990); La congiura delle ombre (Theoria, 1991); Giovale (Bompiani, 1993); Rasoio di guerra (Giunti, 1995); Il mulattiere dell’Apocalisse (Rai-Eri, 1997); Pumillo il gatto dei boschi (Laterza, 1998); Gli animali in guerra (Laterza, 1999); La terza scimmia (Quiritta, 2001, vincitore del premio Pasolini per la narrativa); Lettera a Dio (Pequod, 2004, vincitore del premio internazionale Rocca di Montemurlo); Storia di Alvise e del suo asino biondo (Gaffi, 2004); Tra uomini e lupi (Pequod, 2005, vincitore del Viareggio Repaci). Un suo racconto, Acchiappatassi, si trova nel Meridiano Mondadori dedicato ai classici del Novecento.Rubare, non sapeva perché gli infondeva soddisfazione. Al momento si era limitato alla frutta dei vicini ma gli sarebbe piaciuto passare ad altro. Solo che avrebbe dovuto farlo in maniera pulita. Lo avessero saputo i suoi genitori, se la sarebbe passata male.