Carmine Abate, Un paese felice
La Macondo della Calabria
L'io narrante di Un paese felice, il romanzo di Carmine Abate pubblicato da Mondadori, è Lorenzo, un giovane calabrese che all’università di Bari ha conosciuto Lina, una ragazza di Eranova. I due si vogliono bene e l’estate in cui lui va a trovarla scopre un bellissimo paese sul mare, pieno di ulivi e limoni, da cui si vede l’isola di Stromboli. Eranova è stato fondato nel 1896 da contadini in fuga da un dispotico marchese, d’estate si riempie di turisti e i suoi abitanti sono molto cordiali, a partire dai nonni di Lina che accolgono Lorenzo come se lo conoscessero da sempre. Ma Eranova è sotto una terribile minaccia: al suo posto è previsto il quinto polo del centro siderurgico italiano. Abate racconta la lotta che Lina intraprende, insieme alla sua famiglia e altri abitanti del paese, contro le ruspe e chi le ha mandate, e il dolore di Lorenzo, che in poco tempo ha imparato ad amare Eranova. Nonostante gli appelli ai politici (e a Pier Paolo Pasolini, che Abate immagina impegnato a scrivere su Eranova ma che viene ucciso prima di poter prendere una posizione a riguardo), la distruzione del paese prosegue. Proprio come succede a Macondo, il luogo in cui si svolge Cent'anni di solitudine, il romanzo di Gabriel Garcia Marquez che Lorenzo (e con lui Carmine Abate) considera una pietra miliare della propria formazione letteraria.
Carmine Abate è nato a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984) e in Italia con Il ballo tondo (1991), cui sono seguiti raccolte di racconti e romanzi. I suoi libri, vincitori di prestigiosi premi, sono tradotti in numerosi Paesi. Con La collina del vento (2012) ha vinto il 50° Premio Campiello.Immagina di vivere lontano da casa tua e un giorno decidi di ritornarci ma al suo posto trovi solo il mare e attorno un deserto di cemento. E non perché c’è stato un terremoto o un maremoto o un’alluvione o una frana, e nemmeno una guerra c’è stata, e nemmeno la fine del mondo. No, ci sono stati quattro stronzi che hanno deciso di radere al suolo il tuo paese, di cancellarlo dalla faccia della terra…