Dedica festival a Arturo Pérez-Reverte
Pordenone marzo 2024
La XXX edizione di Dedica Festival è stata dedicata ad Arturo Pérez-Reverte, scrittore e giornalista spagnolo.
Arturo Pérez-Reverte:
Ideato e curato da Thesis Associazione Culturale, il progetto Dedica è sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, da PromoTurismoFVG, dal Comune di Pordenone, dalla Fondazione Friuli – e realizzato con il sostegno di importanti soggetti privati: lo special partner Servizi CGN, COOP Alleanza 3.0, Crédit Agricole, UnipolSai – AssiLab Previdenza e Servizi Pordenone, BCC Pordenonese e Monsile.
L’edizione 2024 del festival ha inoltre ottenuto il Patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Instituto Cervantes di Milano, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Alpen-Adria Universität di Klagenfurt e dell’Università degli Studi di Udine, attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società. Curatore del Festival è attualmente Claudio Cattaruzza.
Arturo Pérez Reverte è nato a Cartagena in Spagna nel 1951. È stato inviato di guerra per giornali, radio e televisione fino al 1994, anno in cui ha deciso di dedicarsi alla letteratura. Nel 1992 ha ricevuto il Premio Goya, cui hanno fatto seguito, tra gli altri, il Premio per la letteratura europea Jean Monnet (1997), il Prix Méditerranée Étranger assegnato dall’Académie Goncourt (2001), il Premio von Rezzori (2008). Nel 1998 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere di Francia e dal 2003 è membro della Real Academia Española, la più alta istituzione spagnola per la lingua e la letteratura. Tra i suoi titoli pubblicati in Italia: oltre alla serie del Capitano Alatriste, Il club Dumas (1997 e 2013), La tavola fiamminga (1999 e 2014), La pelle del tamburo (1998 e 2018), Il maestro di scherma (1999 e 2014), La carta sferica (2000), L’ombra dell’aquila (2002), La regina del Sud (2003), Una questione d’onore (2004), L’ussaro (2006), L’oro del re (2006), Il pittore di battaglie (2007), Il tango della Vecchia Guardia (2013), Il cecchino paziente (2014), Due uomini buoni (2016), Il codice dello scorpione (2017), L’ultima carta è la morte (2018), I cani di strada non ballano (2019), Sabotaggio (2020), SIDI (2021), Occhi azzurri (2021), L’italiano (2022), Linea di fuoco (2023).
In questo video, concesso a Rai Cultura da Dedica Festival , una lunga conversazione tra Arturo Pérez Reverte e Bruno Arpaia, scrittore e traduttore, oltre che amico dell’autore. La traduzione consecutiva è di Francesca Saltarelli. I temi trattati sono il passaggio dal lavoro di inviato di guerra a quello di scrittore; l’amore per la letteratura e in particolare per i classici (dai greci e latini, agli autori del secolo d’oro, al grande romanzo del Novecento europeo); l’interesse per il linguaggio e la capacità di riprodurre il modo di parlare delle persone più diverse; la forza dei personaggi femminili; l’avversione nei confronti del politically correct; il futuro del libro e quello dell’Europa.
Arturo Pérez-Reverte:
Sono un cantastorie professionista. Voglio raccontare il mondo che vedo attraverso gli occhi dei miei personaggi. So che i lettori hanno gusti e culture diverse, questa è la mia sfida. Scrivere storie di finzione non è una lacerazione dell’animo ma la capacità di raccontare, usando la testa e la ragione, non il cuore e il sentimento. Non scrivo per sopravvivere alla depressione, scrivo perché adoro farlo.
Ideato e curato da Thesis Associazione Culturale, il progetto Dedica è sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, da PromoTurismoFVG, dal Comune di Pordenone, dalla Fondazione Friuli – e realizzato con il sostegno di importanti soggetti privati: lo special partner Servizi CGN, COOP Alleanza 3.0, Crédit Agricole, UnipolSai – AssiLab Previdenza e Servizi Pordenone, BCC Pordenonese e Monsile.
L’edizione 2024 del festival ha inoltre ottenuto il Patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata di Spagna in Italia, dell’Instituto Cervantes di Milano, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e dell’Alpen-Adria Universität di Klagenfurt e dell’Università degli Studi di Udine, attraverso la collaborazione con il Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società. Curatore del Festival è attualmente Claudio Cattaruzza.
Arturo Pérez Reverte è nato a Cartagena in Spagna nel 1951. È stato inviato di guerra per giornali, radio e televisione fino al 1994, anno in cui ha deciso di dedicarsi alla letteratura. Nel 1992 ha ricevuto il Premio Goya, cui hanno fatto seguito, tra gli altri, il Premio per la letteratura europea Jean Monnet (1997), il Prix Méditerranée Étranger assegnato dall’Académie Goncourt (2001), il Premio von Rezzori (2008). Nel 1998 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere di Francia e dal 2003 è membro della Real Academia Española, la più alta istituzione spagnola per la lingua e la letteratura. Tra i suoi titoli pubblicati in Italia: oltre alla serie del Capitano Alatriste, Il club Dumas (1997 e 2013), La tavola fiamminga (1999 e 2014), La pelle del tamburo (1998 e 2018), Il maestro di scherma (1999 e 2014), La carta sferica (2000), L’ombra dell’aquila (2002), La regina del Sud (2003), Una questione d’onore (2004), L’ussaro (2006), L’oro del re (2006), Il pittore di battaglie (2007), Il tango della Vecchia Guardia (2013), Il cecchino paziente (2014), Due uomini buoni (2016), Il codice dello scorpione (2017), L’ultima carta è la morte (2018), I cani di strada non ballano (2019), Sabotaggio (2020), SIDI (2021), Occhi azzurri (2021), L’italiano (2022), Linea di fuoco (2023).
In questo video, concesso a Rai Cultura da Dedica Festival , una lunga conversazione tra Arturo Pérez Reverte e Bruno Arpaia, scrittore e traduttore, oltre che amico dell’autore. La traduzione consecutiva è di Francesca Saltarelli. I temi trattati sono il passaggio dal lavoro di inviato di guerra a quello di scrittore; l’amore per la letteratura e in particolare per i classici (dai greci e latini, agli autori del secolo d’oro, al grande romanzo del Novecento europeo); l’interesse per il linguaggio e la capacità di riprodurre il modo di parlare delle persone più diverse; la forza dei personaggi femminili; l’avversione nei confronti del politically correct; il futuro del libro e quello dell’Europa.