Flippo D'Angelo, Le città e i giorni
Tra cinismo e utopia
Ne Le città e i giorni (Nottetempo), Filippo D’Angelo racconta di Maurizio e Emanuele, due fratelli, che non si parlano da anni e fanno vite molto diverse tra loro, entrambe sotto il segno dell’irrequietezza. Emanuele dopo una missione in un campo profughi congolese, dove ha avuto un’avventura con una ragazza africana che aveva subito abusi, va nella Repubblica Centrale Africana e qui viene incaricato di un’indagine per conto dell’Onu su presunte violenze sessuali compiute da soldati francesi su bambini locali; Maurizio, da Parigi dove viveva con Consuelo, la moglie argentina, e la figlia neonata, torna a Milano per occuparsi della costruzione di un grattacielo. Entrambi i fratelli cercano di sottrarsi all’invadenza del modello paterno, ma mentre Emanuele mette una grossa distanza tra sé e il padre, Maurizio finisce per cedere alle lusinghe di questo, che lo convince a lavorare insieme allo stravagante e alcolizzato Ariel, figlio di un famoso architetto americano. L’unica cosa che sta veramente a cuore a Maurizio è sua figlia Cristina e ciò rende ancora più dolorosa per lui la crisi del suo rapporto matrimoniale. Attraverso il ritratto di due trentenni di oggi, indecisi tra il proprio bene e il bene comune, in difficoltà con le donne, in conflitto con il padre, Filippo D’Angelo evidenzia le crepe della società in cui siamo calati.
Filippo D’Angelo vive tra Genova e Parigi. Scrittore e traduttore, ha pubblicato il romanzo La fine dell’altro mondo (2012) e curato l’antologia Troppe puttane! Troppo canottaggio! (2014), entrambi usciti per minimum fax. Dirige la rivista culturale online Snaporaz.A ogni partenza crede di vivere un risveglio interiore, come se i sensi e la mente fossero ripuliti dalle scorie dell'abitudine. Chi pensa che le sue peregrinazioni umanitarie siano un impeto di altruismo o un raggiro del senso di colpa non conosce le aritmie dell'anima in paesi dove la natura, violenza degli esseri e degli elementi, è al tempo stesso realtà, simbolo e astrazione. Solo lui sa quello che cerca: il balsamo dell'irrequietezza.