Laura Forti, La figlia inutile
Le ceneri della nonna
In La figlia inutile (Guanda) Laura Forti traccia un ritratto di Elena, la nonna a cui deve il suo rapporto con l’ebraismo. Nata nel 1908 da un padre sarto dalle grandi ambizioni, costretto a lasciare la Russia con la moglie a causa dei pogrom contro gli ebrei, Elena è la terzogenita, dopo un bambino che muore prematuramente; i genitori speravano in un maschio. Quando la famiglia si trasferisce dalla Francia in Italia, lei viene lasciata a Nancy dalla balia perché spostarsi con tre figli era troppo complicato; fino agli otto anni resta affidata a estranei. Questo abbandono e poi il trauma di dover lasciare le persone a cui si è affezionata segnano la sua vita per sempre. Il padre, che sa molte lingue, comincia a fare carriera in banca e si arricchisce; è in ottimi rapporti con Mussolini pur considerandosi marxista; quando vengono promulgate le leggi razziali scappa in Cile con i familiari (di nuovo lasciando Elena, sposata e con due figlie, al suo destino). Da bambina Laura, che a sua volta ha grandi problemi a riconoscersi nella sua famiglia, passa molto tempo con la nonna, ne ammira diversi aspetti, ma capisce anche quanti lati oscuri si porta dentro. Un libro che è un omaggio alla memoria, un modo simbolico di spargere le ceneri di una donna fuori dal comune, una riflessione sulle persecuzioni subite dagli ebrei in tutt'Europa.
Laura Forti, scrittrice e drammaturga, è una delle autrici italiane più rappresentate all’estero. Insegna scrittura teatrale e autobiografica e collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Con La Giuntina ha pubblicato L’acrobata e Forse mio padre, romanzo vincitore del Premio Mondello Opera Italiana, Super Mondello e Mondello Giovani 2021.Credo che in qualche modo io e lei avessimo una natura simile. Credo che saremmo state delle persone adulte diverse, delle bambine allegre, se avessimo avuto genitori con vissuti meno tragici e ingombranti, in grado di sorridere, di giocare a nascondino sotto una pianta di lillà.