Temim Fruchter, Città che ride
L'energia dei desideri
Negli ultimi mesi di vita del padre, Shiva che ha trentadue anni e vive a Brooklyn, torna a casa, e si ritrova sola con la madre Hannah, con cui non è mai andata d’accordo. In particolare non riesce a parlare con lei del passato familiare, perché Hannah taglia corto ogni discorso su quello che è accaduto a sua madre e a sua nonna (che veniva dalla Polonia). Tornata a New York, Shiva comincia a frequentare un corso di studi ebraici e riesce a ottenere una borsa di studio per Varsavia: farà un ricerca su Anski, un commediografo particolarmente attento al folklore ebraico. Il viaggio è l’occasione per la protagonista per superare il dolore per l’abbandono subito da parte di Dani, la sua compagna, e per ritrovare le proprie origini andando a Ropshitz, il paese in cui tutto è cominciato. Città che ride, il libro di esordio di Temim Fruchter, (tradotto in italiano da Gabriella Tonioli per Mercurio) trasporta il lettore all’interno della cultura ebraica vista da un punto di vista molto interno e insieme molto eterodosso e molto contemporaneo. Abbiamo incontrato l'autrice a Roma, dove ha partecipato al Festival Internazionale Letterature al Palatino.
Temim Fruchter è una scrittrice queer non binaria ed ex batterista dei The Shondes, una band indie punk di Brooklyn, New York.Un messaggero negozia desiderio. Senza il desiderio, il nostro operato sarebbe vuoto. E ho desiderato anch’io. Ho desiderato stare. Quando ami qualcuno, suppongo, diventa importante ricordargli. Ricordargli che il desiderio non si esaurisce con le generazioni, e che nella maggior parte dei casi, raccoglie solo una specie di vapore. Ricordargli che esiste una specie di genetica del desiderio, e che questa, più di ogni altra cosa, è la loro eredità. Ricordargli che tra i desideri non soddisfatti di ogni generazione scorre una determinata energia. Ricordargli che tale energia non sparisce; cambia solo forma.