Beatrice Benicchi, Non per cattiveria

La vita decisa da chi non c'è più

Anna  è una sopravvissuta: quando aveva due anni suo fratello è morto di meningite; più avanti è stata colpita da un fulmine. In Non per cattiveria, esordio narrativo di Beatrice Benicchi, uscito da Gramma, si racconta di Anna e di suo padre Vincenzo, delle loro strategie di sopravvivenza al dolore. La madre c'è, ma ha scelto di stare lontana dai suoi familiari; in compenso c'è una nonnamolto poco tradizionale: canta, fuma, gioca d'azzardo, dipinge, colleziona anfibi sotto teche e ha un giovane amante. Una volta cresciuta, Anna lascia la casa della nonna, il padre, la campagna toscana, e si trasferisce a Milano, dove incontra Marzio, Karla, Telmo, e sperimenta la mondanità e l'irrilevanza. Quando si decide a tornare sui suoi passi, scopre che la situazione è precipitata. Utilizzando il registro grottesco, Benicchi si inoltra con leggerezza nelle vite sfortunate dei suoi personaggi, ne restituisce tutta l'umanità.

Non penso alla nonna. Non penso a mio padre le capre le teche. Penso a me e alle mie reliquie viventi, ai sentieri che ho abbandonato, alla certezza che fossi speciale e mi sarei rivelata una regina dei boschi, un pirata dei castagni, non era questo in fondo il destino che pensavo di meritare? Penso a quale affetto provavo per certi anfratti sotto gli arbusti, per i rami robusti, quali regni sentivo di poter conquistare; adesso è così scarso l’amore che mi sento una persona divisa. 

Beatrice Benicchi, nata a Lucca nel 1995, vive a Rimini. Si è laureata in Comunicazione media e pubblicità alla Iulm e ha lavorato come copywriter in alcune agenzie di comunicazione. Fa parte del progetto editoriale Inland, magazine indipendente con base a Copenaghen, dove pubblica reportage di viaggio da luoghi estremi del mondo.