Daniela Gambaro, Verdissime
La forza delle ragazze
Sono per lo più adolescenti le protagoniste degli undici racconti di Daniela Gambaro, raccolti in Verdissime, edizione Nutrimenti. Ragazze apparentemente fragili ma dalla volontà di ferro, come Marta, la protagonista del primo racconto, “Rimedi per il singhiozzo”, che, sapendo la facilità con cui il padre si abbandona all’ira e temendo che possa fare una brutta figura di fronte alla donna con cui si frequenta, non gli rivela di essere riuscita a liberare da un molestatore sulla spiaggia, o come la ragazza al centro dell’"Anno del bambino” che va a cercare la tomba del fratello morto prima della sua nascita e riesce ad aiutare la madre che nascondeva dentro di sé l’angoscia di questa perdita. Ci sono i primi amori, le grandi amicizie, le delusioni lancinanti, il desiderio di trovare un adulto di riferimento, e poi c’è Axenia, una giovane moldava che arriva in Italia affrontando terribili disavventure e che lavora a casa di Thomas, affezionandosi alla sua Linda: anche lei è una "verdissima", non in senso anagrafico ma come spirito e comportamento.
Daniela Gambaro è nata ad Adria nel 1976. Vive a Roma, dove lavora come sceneggiatrice per il cinema e per la tv. Tra i suoi lavori, le serie tv: Tutto chiede salvezza, Lidia Poet, Le indagini di Lolita Lobosco, i film: Zoran, il mio nipote scemo (Film vincitore della Settimana della Critica alla 70’ Mostra del cinema di Venezia), Cronofobia (Premio Max Ophuls 2019 per la miglior sceneggiatura) e la raccolta di racconti: Dieci storie quasi vere, edita da Nutrimenti, vincitrice del Premio Campiello Opera Prima 2021 e menzione speciale alla XXXII edizione del Premio Italo Calvino.Lo guardai in apnea e sentii il mio corpo spaccarsi in due: avevo sette anni, ero persa e terrorizzata, ma contemporaneamente ne avevo venti, o trenta, o quaranta, per come tutto mi sembrava già vissuto, naturale, inevitabile. Perché non ero più sullo sgabello? Ero scivolata giù? Perché eravamo così vicini nella luce intermittente? Per un tempo che poi non avrei più saputo ricostruire, studiai i suoi occhi (castani), i denti (i due incisivi leggermente asimmetrici), le labbra (dischiuse, vicine, più vicine, profumate, elastiche) che parlavano e poi non parlavano più. Ci stavamo per baciare? Ci baciavamo? Com'era possibile?