Valentina D'Urbano, Figlia del temporale
Sfuggire al matrimonio
La protagonista di Figlia del temporale di Valentina D’Urbano (Mondadori), Hira, a tredici anni perde la madre, che resta sepolta sotto la loro casa di Tirana per l’esplosione di una bombola a gas. Finita in orfanatrofio, Hira viene accolta dagli zii nel paese montanaro di Senjë. Qui si lega ai cugini Astrit e Danja, in particolare al primo, che in seguito a un incidente, ha smesso di parlare. Dopo aver sperimentato la solitudine tra le orfane, ritrovare il calore domestico rianima la ragazza, che non si spaventa per le privazioni di cibo e di comodità che sperimenta in montagna. Ma viene il momento in cui Danja viene data in sposa e poco dopo toccherebbe a lei: matrimoni combinati in cui ci si conosce al momento della cerimonia. Hira, che prova una grande attrazione ricambiata per Astrit, non ce la fa a immaginarsi con un altro e sceglie di diventare una vergine giurata, cambiando sesso. Vestita da uomo, impara a sparare e a cacciare, vive sola e riesce persino ad avere un buon rapporto con la donna che Astrit è costretto a sposare. Fino a che lui non scompare: a lei viene affidato il compito di cercarlo per i monti più impervi. D’Urbano non racconta solo una storia d’amore impossibile, ma anche un paese che negli anni settanta era sotto il giogo della dittatura e conservava nonostante tutto antiche tradizioni.
Valentina D’Urbano è nata nel 1985 a Roma, dove vive e lavora. Ha esordito nel 2012 con Il rumore dei tuoi passi, seguito da Acquanera (2013), Quella vita che ci manca (2014), Alfredo (2015), Non aspettare la notte (2016) e Isola di Neve (2018), tutti pubblicati da Longanesi. I suoi romanzi sono stati tradotti in diversi paesi e hanno vinto numerosi premi letterari tra i quali il premio Rapallo Carige, il premio Stresa e il Prix Cezam in Francia.Quello che mi legava ad Astrit non avrei comunque saputo spiegarglielo. Era più di un incastro, di essere uomo e donna, di condividere un letto, un sentimento. Era qualcosa di molto diverso, aveva a che fare con la foresta di Maja i Narreth, con le forre scoscese nascoste dai rovi, con i crinali da scalare a mani nude, con il respiro stesso della montagna, con una libertà illegittima che non avrebbe potuto capire.