Emanuela Anechoum, Tangerinn
Premio Mastercard Letteratura Esordienti
Mina, la protagonista di Tangerinn, torna nel suo paese del Sud Italia, dopo la morte del padre. Il libro di Emanuele Anechoum, pubblicato dalle edizioni e/o, è una lettera al padre: Mina si rivolge a Omar e gli racconta la difficoltà del suo ritorno a casa dalla sorella, la madre e la nonna e il periodo da lei passato a Londra. Mina ricostruisce anche episodi della vita di Omar, emigrato molto giovane dal Marocco con il sogno di diventare uno sportivo e finito a gestire un bar in Calabria. Da una parte la migrazione di Omar, che lascia la madre e i fratelli (in particolare il più piccolo a lui molto legato), dall’altra la scelta di Mina di reinventarsi a Londra, con la sensazione di non essere mai all’altezza dell’amica Liz e delle sue conoscenti. Un libro in cui s’intrecciano molti temi: la difficoltà che una ragazza cresciuta con una madre anaffettiva prova a volersi bene; il contrasto tra due sorelle sulla scelta di una delle due di abbracciare la religione islamica; lo snobismo delle ragazze inglesi, pronte ad accogliere nuove venute a patto che si uniformino al loro modo di vita; lo spaesamento di chi non riconosce nella mentalità bigotta del Sud Italia ma neppure nel finto cosmopolitismo inglese; il desiderio e la paura di impegnarsi per gli altri. Un esordio molto potente, che ha vinto il Premio Selezione Bancarella 2024 e il Mastercard Esordienti 2024.
Emanuela Anechoum è nata a Reggio Calabria nel 1991 e vive a Roma. Dopo gli studi ha iniziato a lavorare nel mondo dell’editoria a Londra, e successivamente si è trasferita in Italia. Ha scritto per Vice, Doppiozero, Marvin Rivista. Tangerinn è il suo primo romanzo.Com'è, davvero, andarsene? Ci pensai su, poi dissi, esitante: Quando ero qui sapevo esattamente chi ero, perché vedevo la differenza negli altri e non mi sentivo capita. Non mi accettavo, non mi amavo, non mi potevo vedere, ma sapevo chi ero. Poi sono andata lì ed è stato come... ricominciare come una persona completamente diversa, una versione più vera del vero. Mi sentivo persa ma lo avevo scelto, e mi piaceva la mia sofferenza, perché ero viva ed ero sola e potevo decidere di buttarmi via e nessuno mi avrebbe fermata.