Giuseppe Zucco, Il signore delle acque
La forza terribile della vita
Si apre su uno scenario distopico il romanzo di Giuseppe Zucco, Il signore delle acque pubblicato da Nutrimenti: il cielo è coperto da una massa d’acqua che si abbassa sempre di più. L’io narrante è un bambino, sconcertato come tutti da questo spettacolo, e in balia degli umori dei suoi genitori, che appaiono completamente incapaci di far fronte agli eventi. Per prima cosa il padre gli garantisce che non andrà più a scuola e la madre si dà alla cucina; poi i due si lanciano in amplessi per avere un altro figlio. Il bambino, sentendosi trascurato, esce di casa e si avventura in un mondo che ha perso ogni regola. Tornato fortunosamente a casa, riceve dal padre un pesciolino. Sarà questo, chiamato il Signore delle acque, ad avere un futuro dopo la fine del mondo conosciuto? In questa intervista Zucco ci conduce tra i significati e le atmosfere di un romanzo, che ci fa rivivere in modo traslato l'atmosfera surreale del lockdown e che è anche una riflessione sul nostro modo di percepire la vita e la morte.
Giuseppe Zucco è nato a Locri nel 1981. Lavora in Rai, suoi racconti sono apparsi su Nuovi Argomenti, Nazione Indiana, minima & moralia, Colla e L’inquieto. Ha esordito con un racconto nell’antologia L’età della febbre (minimum fax, 2015). Ha pubblicato il romanzo Il cuore è un cane senza nome (minimum fax, 2017), e due raccolte di racconti, Tutti bambini (Egg, 2016) e I poteri forti (NNE, 2021) con cui ha vinto il Premio Ceppo Racconto.Mi allungai due passi avanti e mi voltai e vidi mio padre, mia madre e tutta la gente ammassata intorno a me barcollare con la bocca aperta, gli occhi grandi rigati da venuzze rosse. Sembravamo tutti tanti pesci boccheggianti, ma solo il pesciolino dava veri segni di vita, e più l'acqua bloccata nel cielo veniva giù, più il pesciolino saltellava, compiendo piccole acrobazie nell'aria bluastra, capriole di estrema bravura.