Duecento anni del Gabinetto Vieusseux
Una mostra a Palazzo Corsini Suarez
27 Gen 2020 > 30 Giu 2020
Il 25 gennaio 2020, con l’inaugurazione a Palazzo Corsini Suarez della mostra Il Vieusseux dei Vieusseux. Libri e lettori tra Otto e Novecento. 1820 – 1923 a cura di Laura Desideri, con la collaborazione di Francesco Conti, sono partite le iniziative per celebrare i duecento anni di attività ininterrotta del Gabinetto Vieusseux, oggi diretto - ed è la prima volta nella sua storia - da due donne: Alba Donati, Presidente e Gloria Manghetti, Direttore. La mostra propone un percorso articolato, supportato da documenti originali e installazioni multimediali, attraverso le sale del Gabinetto Vieusseux nel suo primo secolo di attività, quando era uno “stabilimento” privato, gestito dalla famiglia Vieusseux, ma strettamente intrecciato con la storia di Firenze dell'Otto-Novecento. Il fondatore Giovan Pietro (1819-1863), dotato di un indubbio talento di uomo d’affari, impianta un’impresa che è insieme mercantile e culturale, basata su un gabinetto di lettura e su un’attività editoriale orientata ad accordare in un’azione comune le forze sparse dell’intellettualità fiorentina e toscana. L’impresa passa poi al nipote Eugenio (1864-1892), a cui succede il figlio Carlo, direttore dal 1892 fino alla cessione al Credito Italiano (1919).
In mostra vengono ricostruiti tre ambienti che evocano sale e persone presenti nelle prime tre sedi: Palazzo Buondelmonti (1820-1873), Palazzo Feroni (1873-1898), Palazzo Vieusseux, via Vecchietti (1898-1923), con oggetti del tempo, quadri, foto di interni, piante, ma anche descrizioni rintracciate nelle lettere e nei diari dei frequentatori, oppure nei romanzi ambientati a Firenze, con riferimenti al Gabinetto come Indian summer di Howells del 1886. I libri esposti sono scelti tra quelli pubblicati nelle fasce cronologiche delle tre sedi: una selezione di novità individuate tra le prime edizioni francesi, inglesi, tedesche, russe (oltre che italiane), a partire dall’edizione ‘ventisettana’ dei Promessi Sposi fino alla Recherche proustiana. Ogni ambiente si popola di libri e lettori dell’epoca, ricostruendo alcuni episodi ormai leggendari, come la serata in onore di Giacomo Leopardi il 25 giugno 1827 - allora un giovane letterato - o quella del 3 settembre 1827 dedicata ad Alessandro Manzoni, che fu accolto da Vieusseux, Pietro Giordani, Giovan Battista Niccolini e dallo stesso Leopardi: tutto al secondo piano di Palazzo Buondelmonti, dove ogni settimana si svolgevano le celebri serate organizzate da Vieusseux e dal suo circolo. Dal Libro dei soci e dai Libri del prestito riprodotti su touch screen si ricostruiscono ulteriormente le presenze eccellenti in città, le loro letture e preferenze, ad esempio Dostoevskij a Palazzo Buondelmonti, Gide a Palazzo Feroni, Bennett in via Vecchietti, per citare solo gli stranieri. In mostra sono presenti anche le riviste pubblicate da Giovan Pietro in quarant'anni di lavoro: dall'Antologia, al Giornale agrario, alla Guida dell'educatore, all'Archivio storico italiano. E sempre al secondo piano di Palazzo Buondelmonti su un grande schermo si ripropongono le immagini del catalogo, accompagnate dalle musiche di Listz, Berlioz e Mascagni, anch’essi frequentatori del Gabinetto Vieusseux. Per assecondare il gusto del pubblico e incrementare il prestito dei libri, Eugenio apre le porte di Palazzo Feroni alla cosiddetta letteratura amena, così entrano al Vieusseux numerosi “ books for children ” con le opere di Lewis Carroll e Louisa May Alcott , insieme ai “proto-gialli” di Poe, Collins e Dickens, presenti in mostra. Come leggiamo nel Libro dei soci, al termine della Guerra di Secessione arrivano più numerosi gli americani: William Dean Howells, Henry James e Mark Twain per citarne solo alcuni. Dopo la morte di Eugenio, nel 1892, il figlio Carlo si impegna nell'acquisto di un edificio in Via Vecchietti, dove il Gabinetto viene trasferito, nel 1898. Già capitale d’Italia, Firenze arriva agli anni della Prima Guerra Mondiale con una nuova fisionomia, quella di un centro di cultura avanzato e brillante, dove trovano spazio anche le pubblicazioni dei giovani 'rivoluzionari', come il Leonardo di Papini e La voce di Prezzolini. Ma il dato più rilevante degli anni di via Vecchietti è il numero degli abbonamenti femminili, che sorpassano quelli maschili, posizionandosi al 56-58% rispetto al totale delle iscrizioni. Le abbonate sono fiorentine e non fiorentine, aristocratiche, borghesi, insegnanti, traduttrici (Giulia Celenza e Eva Kühn Amendola ), scrittrici (da Baccini e Amelia Rosselli ), forestiere residenti in città (Vernon Lee ), insieme a straniere di passaggio (Isadora Duncan e Gertrude Stein), fino a Letizia Schmitz Svevo, profuga da Trieste durante la Prima Guerra Mondiale. Con la testimonianza della figlia di Svevo, ritornata al Vieusseux nel 1979, in occasione delle celebrazioni sveviane, si chiude il percorso del “Vieusseux dei Vieusseux”: le sue parole da frequentatrice di antica data testimoniano la trasformazione del Gabinetto Vieusseux nel secolo scorso: dalla costituzione dell’Ente morale di proprietà del Comune di Firenze (1925), all’arrivo a Palazzo Strozzi, nel 1940. La grande biblioteca circolante dei Vieusseux è diventata un importante centro culturale, che «irradia nel mondo» la sua singolare storia, unico gabinetto di lettura sopravvissuto in Europa, da sempre dedito alla promozione della lettura e, attraverso di essa, del progresso civile.
Sabato 8 febbraio si è inaugurato il ciclo #VieusseuxDieciParole , con Ferruccio De Bortoli che ha raccontato la parola “Europa”. Il prossimo incontro di questo ciclo avrà protagonista la scrittrice Michela Murgia che racconterà la parola Comunicazione (7 marzo Sala Ferri).
Palazzo Corsini Suarez, via Maggio 42 Firenze
Ingresso libero
Apertura al pubblico: 27 gennaio - 30 giugno 2020
Orari: Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 10 alle 14 - Mercoledì e Giovedì dalle 10 alle 17
Con possibilità di aperture straordinarie e visite guidate
Curatela scientifica: Laura Desideri con la collaborazione di Francesco Conti
Coordinamento: Gloria Manghetti
In mostra vengono ricostruiti tre ambienti che evocano sale e persone presenti nelle prime tre sedi: Palazzo Buondelmonti (1820-1873), Palazzo Feroni (1873-1898), Palazzo Vieusseux, via Vecchietti (1898-1923), con oggetti del tempo, quadri, foto di interni, piante, ma anche descrizioni rintracciate nelle lettere e nei diari dei frequentatori, oppure nei romanzi ambientati a Firenze, con riferimenti al Gabinetto come Indian summer di Howells del 1886. I libri esposti sono scelti tra quelli pubblicati nelle fasce cronologiche delle tre sedi: una selezione di novità individuate tra le prime edizioni francesi, inglesi, tedesche, russe (oltre che italiane), a partire dall’edizione ‘ventisettana’ dei Promessi Sposi fino alla Recherche proustiana. Ogni ambiente si popola di libri e lettori dell’epoca, ricostruendo alcuni episodi ormai leggendari, come la serata in onore di Giacomo Leopardi il 25 giugno 1827 - allora un giovane letterato - o quella del 3 settembre 1827 dedicata ad Alessandro Manzoni, che fu accolto da Vieusseux, Pietro Giordani, Giovan Battista Niccolini e dallo stesso Leopardi: tutto al secondo piano di Palazzo Buondelmonti, dove ogni settimana si svolgevano le celebri serate organizzate da Vieusseux e dal suo circolo. Dal Libro dei soci e dai Libri del prestito riprodotti su touch screen si ricostruiscono ulteriormente le presenze eccellenti in città, le loro letture e preferenze, ad esempio Dostoevskij a Palazzo Buondelmonti, Gide a Palazzo Feroni, Bennett in via Vecchietti, per citare solo gli stranieri. In mostra sono presenti anche le riviste pubblicate da Giovan Pietro in quarant'anni di lavoro: dall'Antologia, al Giornale agrario, alla Guida dell'educatore, all'Archivio storico italiano. E sempre al secondo piano di Palazzo Buondelmonti su un grande schermo si ripropongono le immagini del catalogo, accompagnate dalle musiche di Listz, Berlioz e Mascagni, anch’essi frequentatori del Gabinetto Vieusseux. Per assecondare il gusto del pubblico e incrementare il prestito dei libri, Eugenio apre le porte di Palazzo Feroni alla cosiddetta letteratura amena, così entrano al Vieusseux numerosi “ books for children ” con le opere di Lewis Carroll e Louisa May Alcott , insieme ai “proto-gialli” di Poe, Collins e Dickens, presenti in mostra. Come leggiamo nel Libro dei soci, al termine della Guerra di Secessione arrivano più numerosi gli americani: William Dean Howells, Henry James e Mark Twain per citarne solo alcuni. Dopo la morte di Eugenio, nel 1892, il figlio Carlo si impegna nell'acquisto di un edificio in Via Vecchietti, dove il Gabinetto viene trasferito, nel 1898. Già capitale d’Italia, Firenze arriva agli anni della Prima Guerra Mondiale con una nuova fisionomia, quella di un centro di cultura avanzato e brillante, dove trovano spazio anche le pubblicazioni dei giovani 'rivoluzionari', come il Leonardo di Papini e La voce di Prezzolini. Ma il dato più rilevante degli anni di via Vecchietti è il numero degli abbonamenti femminili, che sorpassano quelli maschili, posizionandosi al 56-58% rispetto al totale delle iscrizioni. Le abbonate sono fiorentine e non fiorentine, aristocratiche, borghesi, insegnanti, traduttrici (Giulia Celenza e Eva Kühn Amendola ), scrittrici (da Baccini e Amelia Rosselli ), forestiere residenti in città (Vernon Lee ), insieme a straniere di passaggio (Isadora Duncan e Gertrude Stein), fino a Letizia Schmitz Svevo, profuga da Trieste durante la Prima Guerra Mondiale. Con la testimonianza della figlia di Svevo, ritornata al Vieusseux nel 1979, in occasione delle celebrazioni sveviane, si chiude il percorso del “Vieusseux dei Vieusseux”: le sue parole da frequentatrice di antica data testimoniano la trasformazione del Gabinetto Vieusseux nel secolo scorso: dalla costituzione dell’Ente morale di proprietà del Comune di Firenze (1925), all’arrivo a Palazzo Strozzi, nel 1940. La grande biblioteca circolante dei Vieusseux è diventata un importante centro culturale, che «irradia nel mondo» la sua singolare storia, unico gabinetto di lettura sopravvissuto in Europa, da sempre dedito alla promozione della lettura e, attraverso di essa, del progresso civile.
Sabato 8 febbraio si è inaugurato il ciclo #VieusseuxDieciParole , con Ferruccio De Bortoli che ha raccontato la parola “Europa”. Il prossimo incontro di questo ciclo avrà protagonista la scrittrice Michela Murgia che racconterà la parola Comunicazione (7 marzo Sala Ferri).
Palazzo Corsini Suarez, via Maggio 42 Firenze
Ingresso libero
Apertura al pubblico: 27 gennaio - 30 giugno 2020
Orari: Lunedì, Martedì e Venerdì dalle 10 alle 14 - Mercoledì e Giovedì dalle 10 alle 17
Con possibilità di aperture straordinarie e visite guidate
Curatela scientifica: Laura Desideri con la collaborazione di Francesco Conti
Coordinamento: Gloria Manghetti