La fioraia di Sarajevo

Un racconto illustrato di Boccia e Possentini

Mario Boccia, fotografo e giornalista, a trent’anni dall’inizio del sanguinoso conflitto nell’ex Jugoslavia racconta una storia semplice e delicata quanto drammatica e struggente, quella del suo incontro con una fioraia del mercato Markale di Sarajevo, conosciuta nel 1992, pochi mesi prima dell’inizio del conflitto, e poi incontrata ancora diverse volte durante la guerra. La sua storia diventa un libro, La fioraia di Sarajevo, illustrato da Sonia Maria Luce Possentini e pubblicato da Orecchio Acerbo.

Le feci la domanda più stupida, chiedendole quale fosse la sua etnia. Mi rispose subito: «Sono nata a Sarajevo». Credendo di essere furbo, le chiesi quale fosse il suo nome. E lei mi disse qualcosa che annotai su un foglietto. La fotografai e ci salutammo. Più tardi, chiesi a un amico se quel nome che avevo scritto era serbo, croato o musulmano. «Quale nome?» rispose. «Qui c’è scritto solo fioraia» - La fioraia di Sarajevo, di Mario Bocca e Sonia Maria Luce Possentini


Uno degli incontri avviene nel 1994, subito dopo il massacro avvenuto al mercato in cui lavorava, e in cui la ritrova, ancora una volta, inamovibile, con i suoi fiori e col suo sorriso. Boccia racconta la storia della fioraia di Sarajevo con rispetto e ammirazione profondi per una donna che semplicemente decide di non lasciar cambiare la sua vita dalla ferocia e dal ricatto disumani di una guerra insensata, fino al tragico epilogo, che però lascia a chi legge qualcosa di simile a un dono: un invito a chiederci sempre chi siamo e chi vogliamo essere, e a rispettare e onorare la risposta anche di fronte alla brutalità degli uomini.

Una volta fui invitato in una scuola elementare a parlare della guerra in Bosnia-Erzegovina. Proiettavo foto e raccontavo storie. I bambini e le bambine della classe seguivano con attenzione. Erano lo specchio del mondo, come il quartiere in cui vivevano. Quando raccontai che, dopo la guerra, anche le scuole erano state divise secondo le differenti “etnie” o religioni di appartenenza, ho visto due bambini mettersi l’uno un braccio sulla spalla dell’altro. Avevano la pelle di colore diverso, ma il gesto era identico. Erano seri e concentrati. Se penso a un’immagine per definire cosa sia una comunità, mi vengono in mente loro. – Mario Boccia, dalla postfazione al volume


Le belle illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini sono decisamente un valore aggiunto, che contribuisce a rendere il contrasto stridente tra il sorriso della fioraia, la bellezza del suo fiori, e tutto ciò che la circonda: violenza, paura, orrore. Non a caso quello che probabilmente più colpisce di questo suo lavoro sono i volti luminosi dei bambini, i loro sguardi accesi e curiosi, completamente vivi in mezzo a morte e distruzione e quasi indifferenti all’orrore, nonostante tutto e tutti. È questo candore, questa meravigliosa innocenza che bisogna nutrire, coltivare e far risplendere sempre e comunque, anche da adulti, proprio come ha fatto la fioraia di Sarajevo.

Per gentile concessione dell’editore Orecchio Acerbo pubblichiamo in anteprima alcune illustrazioni di Sonia Maria Luce Possentini tratte dal libro.


Mario Boccia è fotografo e giornalista. I suoi reportage sono stati pubblicati da molte testate italiane ed europee. Le sue foto sono state utilizzate da Agenzie dell’ONU e da molte ONG. È stato corrispondente de “il Manifesto” da Sarajevo, Belgrado, Pristina, Skopje, Dyarbakir e Bagdad. Per il “Messaggero di S.Antonio” cura da cinque anni la rubrica “Volontariati”. Dal 1989 al 2005 ha lavorato in scenari di guerra, povertà e disastri ambientali (Balcani, Medio Oriente, Africa, Latina), cercando di individuare segnali di speranza e di ricostruzione anche nelle situazioni più disperate. Sostiene la cooperativa agricola “Insieme” di Bratunac (Bosnia Erzegovina), un’esperienza nata nel luogo del genocidio di Srebrenica: donne bosniache che non si sono lasciate dividere dalla guerra producono confetture e succhi di piccoli frutti. La loro linea di prodotti si chiama: “Frutti di Pace”.

Sonia Maria Luce Possentini, laureatasi in Storia dell’arte al Dams di Bologna, ha frequentato l’Accademia di Belle Arti della stessa città ed è stata allieva di Stepan Zavrel e Kveta Pakovskà. Artista del visuale, nel corso del tempo ha maturato una sua posizione di preminenza nell’ambito dell’illustrazione per l’editoria, pubblicando con le più raffinate e prestigiose case editrici italiane, e vincendo importanti premi nazionali e internazionali, tra cui, nel 2017, il premio Andersen italiano come migliore illustratrice dell’anno. Tra gli ultimi suoi libri, La natura sa quasi tutto (Carthusia 2020) su testo di Alberto Casiraghy, Non dubitare dei sogni, sui versi di Akiko Yosano (Carthusia 2020) e Il mio cane è come me (Terre di mezzo 2020).