Le notti bianche di Dostoevskij

Prima trasposizione a fumetti

Le notti bianche, celebre racconto (o romanzo breve) di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, fu pubblicato per la prima volta nel 1848. Oggi possiamo scoprirlo in una nuova veste grazie all’edizione a fumetti pubblicata da Edizioni NPE, disegnata da Carlo Rispoli su testi di Andrea Laprovitera, che si cimenta per la terza volta nella sceneggiatura a fumetti di un grande classico della letteratura mondiale, dopo aver trasposto Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway e La linea d’ombra di Joseph Conrad.

Il romanzo si svolge in una San Pietroburgo magica, in quel particolare lasso di tempo, compreso tra fine maggio e inizio di luglio, dove il giorno sembra non finire mai e tuttavia la notte, seppur breve, arriva comunque. La storia del Protagonista e di Nasten’ka vive proprio e solo di notte; è di notte che i due si incontrano per la prima volta, è di notte che si raccontano le rispettive vite, è sempre di notte che il “Sognatore” (definizione che dà di se stesso il protagonista) rivela alla ragazza i propri sentimenti. Tutta la loro breve, ma intensa vicenda, si svolge di notte; in una notte dove i chiaroscuri tingono San Pietroburgo e dove tutto sembra possibile tantoché il Sognatore, per un attimo, perde i suoi contorni “sfuocati” sino a diventare (quasi) una persona reale. – Dall’introduzione di Andrea Laprovitera


In questa fotogallery, per gentile concessione di Edizioni NPE, in anteprima per Rai Cultura alcune illustrazioni e tavole interne al volume. 


Fëdor Michajlovič Dostoevskij nasce  a Mosca l’11 novembre 1821. Frequenta a Pietroburgo la scuola militare d'ingegneria. Terminati gli studî nel 1843, è promosso ufficiale, ma preferisce dedicarsi alla letteratura. Il racconto Povera gente (1846) gli da il primo successo. Per aver frequentato il circolo di Petraševskij, propugnante un socialismo utopistico, e avendo letto in pubblico la lettera di Belinskij a Gogol′, nel 1849 viene arrestato. Condannato a morte, viene graziato mentre è già sul patibolo. Passa quattro anni di lavori forzati in Siberia (esperienza che gli ispira Memorie di una casa morta, 1861-1862). Soldato a Semipalatinsk, sposa nel 1857 la vedova Mar′ja Dmitrievna Isaeva. Torna alla letteratura e pubblica nel 1859 Il villaggio di Stepančikovo e i suoi abitanti e Il sogno dello zio. A Pietroburgo crea nuove opere, fra  cui Umiliati e offesi  (1862) e Memorie del sottosuolo (1864). Combatte con difficoltà finanziarie e pessime condizioni di salute (soffre di epilessia). Nel 1866 pubblicò il romanzo Delitto e castigo. L'anno dopo, perseguitato dai creditori, lascia, con la seconda moglie Anna Grigor′evna Snitkina, la Russia per l'estero (1867-71). Durante questo periodo, nonostante i dolori (la morte della figlia Sonja) e le incessanti peregrinazioni, scrive Il giocatore, L'idiota, L'eterno marito, I demonî. Tornato in patria, collabora alla rivista conservatrice "Il cittadino", e pubblica i romanzi  L'adolescente (1875) e I fratelli Karamazov (1878-1880). Agli ultimi anni della sua vita risale la pubblicazione del Diario d'uno scrittore. Muore a Pietroburgo il 9 febbraio 1881.