Il nome della rosa disegnato da Milo Manara
Il capolavoro di Umberto Eco in un graphic novel
Il libro, si legge sulla scheda dell’editore:
Mette su carta tre distinti stili grafici che si intersecano [per raccontare ciascuno] un aspetto del libro di Eco: le sculture, i rilievi dei portali e i marginalia meravigliosi e surreali che corredano i libri miniati della biblioteca; il romanzo di formazione di Adso, con la scoperta della sensualità e della Donna; la vicenda storica dei Dolciniani, i cui temi della povertà degli ultimi, la non omologazione, la diversità perseguitata e il dissenso sono cruciali anche oggigiorno.
La narrazione segue molto fedelmente il romanzo, ma lo arricchisce proponendo al lettore una nuova, parallela narrazione per immagini, creata dalla felice mano di uno dei più talentosi fumettisti italiani di tutti i tempi, che se da una parte esprime naturalmente la sua maestria nell’aprire lo squarcio di bellezza e sensualità che è l’apparizione della giovane donna senza nome nell’austerità del monastero, dall’altra riesce a rendere in maniera estremamente efficace grazie all’essenzialità del suo tratto anche diversi altri aspetti della storia: dall’inquietudine del mistero all’orrore legato ai delitti, dalla ricchezza della biblioteca al fascino infinito e incommensurabile della conoscenza, dalla grettezza del pregiudizio morale alla cieca crudeltà dell’inquisizione, dalla sottile intelligenza di Guglielmo da Baskerville al genuino candore del giovane Adso.
Mi feci appresso all’ombra e mi avvidi che era una fanciulla. Tremava come un uccellino d’inverno, e piangeva, e aveva paura di me. Avvertii che non capiva il mio latino e d’istinto mi rivolsi a lei nel mio volgare tedesco, e questo la spaventò moltissimo. Allora sorrisi, ritenendo che il linguaggio dei gesti e del viso sia più universale di quello delle parole. Mi sorrise anch’essa. – Dal graphic novel Il nome della rosa, di Umberto Eco e Milo Manara, volum primo
Per gentile concessione dell’editore Oblomov in anteprima per Rai Cultura pubblichiamo alcune tavole tratte dal primo volume del graphic novel.
Umberto Eco (Alessandria, 5 gennaio 1932 - Milano, 19 febbraio 2016) è stato uno degli intellettuali più importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha condiretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (come il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna). Nel 1980 esordisce alla narrativa con il bestseller mondiale Il nome della rosa, vincitore di innumerevoli riconoscimenti. Tra le altre sue opere ricordiamo Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013) e Sulle spalle dei giganti (2017).
Milo Manara è uno dei più importanti fumettisti a livello internazionale. La sua consacrazione avviene a metà degli anni ’70 con Lo Scimmiotto (sceneggiatura di Silverio Pisu), H.P. e Giuseppe Bergman, L’uomo delle nevi (sceneggiatura di Alfredo Castelli) e la seconda puntata di Bergman. Seguono L’uomo di carta e Tutto ricominciò con un’estate indiana, che segna la prima collaborazione con Hugo Pratt. Con Il Gioco la produzione di Manara si orienta verso l’erotismo tout court. Nello stesso periodo, da un soggetto di Federico Fellini, Manara adatta Viaggio a Tulum. Gli anni 90 vedono la pubblicazione di El Gaucho (testi di Pratt), Il Gioco 2 e Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, sempre con Fellini. Manara ha collaborato anche con alcuni prestigiosi sceneggiatori a livello internazionale: Jodorowsky (I Borgia), Gaiman (The Sandman: Endless Nights) e Claremont (X-Men: Ragazze in fuga).