Festa della Musica: Roberto Vecchioni
La parola al... testimonial
La sua attività nel mondo musicale inizia negli anni ’60, quando comincia a scrivere canzoni per artisti affermati (Vanoni, Zanicchi,
Cinquetti, Michele), collaborazioni che riprenderà più tardi anche per Nannini, Oxa, Patty Pravo, Adamo.
Nel 1971 si propone per la prima volta come interprete delle sue canzoni e incide il suo primo album Parabola che contiene la celeberrima Luci a San Siro.
Nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con L’uomo che si gioca il cielo a dadi. Nel 1974 vince il premio della critica discografica
come miglior disco dell’anno per Il re non si diverte. Il successo di pubblico arriva nel 1977 con l’album Samarcanda, cui fanno
seguito più di venti album e altrettante raccolte per una vendita totale che supera otto milioni di copie.
Nel 1992 il brano Voglio una donna (unico inedito del live Camper), vince il Festivalbar come canzone più ascoltata dell’anno.
Come ha scritto Mario Bonanno nel suo libricino Samarcanda, “Vecchioni, tolto l’heavy metal (per sua e nostra fortuna), i generi musicali
li ha (ri)visitati tutti”, compreso qualche spunto dalla canzone classica napoletana, fino ad arrivare nel 2005 al progetto di Luci a San
Siro… di questa sera (da cui l’album Il Contastorie) dove rivisita le sue canzoni più famose in chiave jazz, portando per più di due
anni il concerto nei più bei teatri italiani insieme a due tra i più grandi jazzisti italiani: il pianista Patrizio Fariselli e il contrabbassista
Paolino Dalla Porta.
Torna poi al genere pop nel 2007 con il bellissimo album Di rabbia e di stelle. Nel 2009 passa a un nuovo
ambizioso progetto insieme al maestro Beppe D’Onghia, dove propone le sue canzoni riarrangiate per pianoforte e quintetto d’archi. Il
cantautore si esibisce anche in versi recitati su musiche di Chajkowskij, Puccini, Rachmaninoff. Da questa esperienza nasce lo splendido
album In Cantus portato anche questo nei più famosi teatri per oltre due anni.
Nel 2011 partecipa e stravince al Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore” che dà il titolo all’omonimo album. Vince anche il premio Mia Martini della critica e quello della sala stampa. Il 29 novembre 2011 esce il doppio album I colori del buio. Si tratta della prima antologia ufficiale, capace di rappresentare la sua
anima popolare, quella più classica fino ad arrivare al jazz, attraverso i pezzi che hanno saputo conquistare diverse generazioni. A
impreziosire il disco anche due splendidi brani inediti: I colori del buio, che dà il titolo al lavoro (scritto insieme all’ormai fedele Claudio
Guidetti) e Un lungo addio (con testo firmato per la prima volta anche dalla moglie Daria Colombo).
L’8 ottobre 2013, Roberto Vecchioni torna con un nuovo album Io non appartengo più: 12 brani inediti.
Cinquetti, Michele), collaborazioni che riprenderà più tardi anche per Nannini, Oxa, Patty Pravo, Adamo.
Nel 1971 si propone per la prima volta come interprete delle sue canzoni e incide il suo primo album Parabola che contiene la celeberrima Luci a San Siro.
Nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con L’uomo che si gioca il cielo a dadi. Nel 1974 vince il premio della critica discografica
come miglior disco dell’anno per Il re non si diverte. Il successo di pubblico arriva nel 1977 con l’album Samarcanda, cui fanno
seguito più di venti album e altrettante raccolte per una vendita totale che supera otto milioni di copie.
Nel 1992 il brano Voglio una donna (unico inedito del live Camper), vince il Festivalbar come canzone più ascoltata dell’anno.
Come ha scritto Mario Bonanno nel suo libricino Samarcanda, “Vecchioni, tolto l’heavy metal (per sua e nostra fortuna), i generi musicali
li ha (ri)visitati tutti”, compreso qualche spunto dalla canzone classica napoletana, fino ad arrivare nel 2005 al progetto di Luci a San
Siro… di questa sera (da cui l’album Il Contastorie) dove rivisita le sue canzoni più famose in chiave jazz, portando per più di due
anni il concerto nei più bei teatri italiani insieme a due tra i più grandi jazzisti italiani: il pianista Patrizio Fariselli e il contrabbassista
Paolino Dalla Porta.
Torna poi al genere pop nel 2007 con il bellissimo album Di rabbia e di stelle. Nel 2009 passa a un nuovo
ambizioso progetto insieme al maestro Beppe D’Onghia, dove propone le sue canzoni riarrangiate per pianoforte e quintetto d’archi. Il
cantautore si esibisce anche in versi recitati su musiche di Chajkowskij, Puccini, Rachmaninoff. Da questa esperienza nasce lo splendido
album In Cantus portato anche questo nei più famosi teatri per oltre due anni.
Nel 2011 partecipa e stravince al Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore” che dà il titolo all’omonimo album. Vince anche il premio Mia Martini della critica e quello della sala stampa. Il 29 novembre 2011 esce il doppio album I colori del buio. Si tratta della prima antologia ufficiale, capace di rappresentare la sua
anima popolare, quella più classica fino ad arrivare al jazz, attraverso i pezzi che hanno saputo conquistare diverse generazioni. A
impreziosire il disco anche due splendidi brani inediti: I colori del buio, che dà il titolo al lavoro (scritto insieme all’ormai fedele Claudio
Guidetti) e Un lungo addio (con testo firmato per la prima volta anche dalla moglie Daria Colombo).
L’8 ottobre 2013, Roberto Vecchioni torna con un nuovo album Io non appartengo più: 12 brani inediti.