Ruggero Leoncavallo: i cento anni dalla morte
"La commedia è finita"
Il 9 agosto del 1919, muore Ruggero Leoncavallo. Era nato a Napoli 62 anni prima, figlio di un magistrato, dalla cui esperienza trarrà materia per Pagliacci. Leoncavallo, infatti, è, spesso, anche autore dei libretti delle proprie opere. Compiuti gli studi al Conservatorio di Napoli, si laurea con Carducci a Bologna ed è lì che compone Chatterton, la sua prima opera, che sarà rappresentata soltanto nel 1896.
In gioventù, come tanti altri musicisti, Leoncavallo si mantiene insegnando privatamente il pianoforte e suonando nei caffè concerto. Poi, il successo con Pagliacci, presentata nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini.
Con Puccini, Mascagni e altri, Leoncavallo è protagonista della cosiddetta Giovane scuola italiana, che punta al rinnovamento in senso verista dell’opera lirica. E Pagliacci potrebbe essere definita proprio come la quintessenza del verismo musicale: ispirata ad un delitto realmente accaduto quando l’autore era bambino (vittima, il suo tutore), e del quale il padre si era occupato in qualità di magistrato.
Il video propone il dittico Pagliacci di Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni andato in scena a Genova, nel 2007. Un’occasione per mettere a confronto due capisaldi del verismo musicale, che Rai 5 ha mandato in onda il 9 giugno 2018, per ricordare il Maestro Bruno Bartoletti, scomparso cinque anni prima, direttore d’orchestra di entrambe le opere.
In gioventù, come tanti altri musicisti, Leoncavallo si mantiene insegnando privatamente il pianoforte e suonando nei caffè concerto. Poi, il successo con Pagliacci, presentata nel 1892 al Teatro Dal Verme di Milano, sotto la direzione di Arturo Toscanini.
Con Puccini, Mascagni e altri, Leoncavallo è protagonista della cosiddetta Giovane scuola italiana, che punta al rinnovamento in senso verista dell’opera lirica. E Pagliacci potrebbe essere definita proprio come la quintessenza del verismo musicale: ispirata ad un delitto realmente accaduto quando l’autore era bambino (vittima, il suo tutore), e del quale il padre si era occupato in qualità di magistrato.
Pagliacci è un’opera vigorosa, per il profondo senso drammatico e per la travolgente vena melodica. Qui, come in tutto il linguaggio musicale di Leoncavallo, sono presenti echi wagneriani, ma, anche, risonanze di Verdi e di Bizet.Ma non per dirvi come pria:
«Le lacrime che noi versiam son false!
Degli spasimi e de' nostri martir
non allarmatevi!» No! No:
L'autore ha cercato
invece pingervi
uno squarcio di vita.
Egli ha per massima sol
che l'artista è un uom
e che per gli uomini
scrivere ei deve.
Ed al vero ispiravasi.
Ruggero Leoncavallo, Pagliacci, Prologo
Nessun’altra opera di Leoncavallo riscuoterà il successo di Pagliacci. Un certo consenso lo ritroverà solamente con Zazà (1900) e, in Germania, con Der Roland von Berlin (1904).Dunque, vedrete amar
sì come s'amano gli esseri umani;
vedrete de l'odio i tristi frutti.
Del dolor gli spasimi,
urli di rabbia, udrete,
e risa ciniche!
Ruggero Leoncavallo, Pagliacci, Prologo
Il video propone il dittico Pagliacci di Leoncavallo e Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni andato in scena a Genova, nel 2007. Un’occasione per mettere a confronto due capisaldi del verismo musicale, che Rai 5 ha mandato in onda il 9 giugno 2018, per ricordare il Maestro Bruno Bartoletti, scomparso cinque anni prima, direttore d’orchestra di entrambe le opere.