"C" come Copland (II)

Le sorprendenti suggestioni del jazz

Incontri 1966 - Duke Ellington: jazz e simpatia fu trasmesso dalla RAI nell’aprile del 1966. Nella clip proposta, tratta da quel programma, il compositore americano Aaron Copland, dalla sua casa immersa nella natura, esprime la propria opinione sulla musica di Duke Ellington e sulla sua modernità di linguaggio.
 

Secondo me, ciò che c’è di più interessante in Duke Ellington è l’influenza che egli ha esercitato sui compositori americani ‘seri’, specialmente nel suo primo periodo, al suo esordio, cioè tra il ’20 e il ’30, quando per la prima volta ci rendemmo conto della sorprendente suggestione della sua musica
Aaron Copland


Copland fu, tra i compositori di musica colta, uno dei più sensibili al magnetismo del jazz. Nel 1948, aveva scritto anche un Concerto per clarinetto dietro invito di Benny Goodman (1909 - 1986), clarinettista jazz, fino a pochi anni prima al culmine della popolarità mondiale. Tra le fonti da cui Copland trasse ispirazione c'era anche la musica popolare brasiliana, ma quella principale fu certamente il jazz, che dimostrò di conoscere a fondo e di “frequentare” a lungo, sia musicalmente, sia per le amicizie che coltivò in quel mondo: Duke Ellington, Lennie Tristano, Miles Davis, Charles Mingus tra gli altri.

Contrariamente a quanto accade di solito, Aaron Copland (1900 – 1990) non iniziò gli studi musicali da bambino, ma quando era già un adolescente. Intorno al 1920, come molti artisti americani, si trasferì a Parigi dove approfondì gli studi. 
Tornato in patria, compose, nel 1925, Music for the Theater e, nel 1926, Concerto per Pianoforte, nei quali impiegò ritmi jazzistici, mentre, nella prima metà degli anni Trenta, spostò la propria attenzione su sonorità più esili e austere, difficili – come ammise lo stesso Copland – da essere comprese da parte del pubblico. A questa fase ne seguì un’altra, probabilmente la più nota: quella in cui Copland fece largo uso di elementi folkloristici americani, con balletti dai titoli eloquenti come Billy the Kid (1938), Rodeo (1939), Appalachian Spring (1944). Intanto era iniziata la sua carriera di compositore per il cinema. Nei lavori più tardi, Copland si mostrò sensibile nei confronti della dodecafonia, senza abbandonare, però, il principio della tonalità.

La musica di Copland è caratterizzata da un forte spinta ritmica, da uno slancio energico nei movimenti veloci, da frequenti variazioni di metro, che creano grande animazione. Le sue partiture accentuano i registri acuti, soprattutto quelli dei violini e delle trombe, contribuendo a produrre quelle sonorità luminose, proprie del suo stile.
 

Cosa scrivo, in fin dei conti, quando scrivo delle note? Scrivo un riflesso di stati emotivi, sentimenti, percezioni, fantasie, intuizioni. Uno stato emotivo, nel senso in cui uso questo termine, è fatto da tutte le cose che ci compongono: la nostra storia, il nostro ambiente, le nostre convinzioni
Aaron Copland