I grandi direttori: Luciano Berio
L'Orchestra Sinfonica di Roma della Rai
Luciano Berio (1925 – 2003), musicista italiano tra i più noti in campo internazionale, si affacciò sulla ribalta musicale del secondo dopoguerra dopo aver studiato composizione e direzione d’orchestra (con Carlo Maria Giulini) al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Nel 1954, insieme a Bruno Maderna, fondò lo Studio di Fonologia Musicale presso la Rai di Milano, dove scandagliò le interazioni tra strumenti acustici e suoni elettronici e tra suono e parola.Le grandi opere del passato vanno «rifatte» e reinterpretate continuamente, anche a costo di trascriverle e di farle risuonare su strumenti completamenti diversi. È nella loro stessa natura che questo avvenga. Basta non dimenticare che le necessità industriali della musica hanno feticizzato e formalizzato i suoi mezzi. Una volta le orchestre erano raggruppamenti piuttosto «aperti» di musicisti. Nello stesso anno, una sinfonia di Haydn poteva essere eseguita con cinquanta violini a Londra e con dodici violini a Dresda. La musica ha, insomma, bisogno di interpreti e già questo fatto, da solo, rende pressoché inestricabile il rapporto fra «produzione» e «fruizione» musicale
Luciano Berio
Libero da preconcetti ideologici, il percorso di ricerca di Berio si distinse per l’equilibrio tra la conoscenza e la consapevolezza della tradizione e l’inclinazione verso l’inedito, anche mettendo in relazione la musica con altri campi del sapere umanistico. La sua curiosità di «artigiano» si mosse dalla musica d’intrattenimento e di consumo alle proposte più sperimentali.
L’Orchestra Sinfonica di Roma della Rai
La fondazione ufficiale dell’Orchestra EIAR (poi Rai) di Roma risale al 1936, ma fu preceduta da una lunga fase di gestazione, durante la quale, a partire dal 1924, Riccardo Santarelli riunì in un ensemble venti strumentisti, che, quattro anni dopo, divennero sessanta, fino a raggiungere, nel 1934, un numero adeguato ad una compagine sinfonica. L’orchestra nacque, quindi, nel 1936, sotto la bacchetta di Fernando Previtali (1907 – 1985), formatosi come violoncellista e, solo successivamente, come direttore d’orchestra.
Previtali rimase a lungo alla guida del complesso romano, prima di passare a quella dell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, del Teatro Colón di Buenos Aires, del Regio di Parma e del San Carlo di Napoli.
Neanche Previtali, neanche i suoi professori, sono probabilmente in grado di misurare i meriti rispettivi; essi sanno tutti di collaborare a un’opera comune, su cui sarebbe ridicolo fare della contabilità individuale. Per questo nessuno si duole della rigidezza disciplinare e artistica di questo direttore così poco demagogico; al contrario, tutti la sentono spontaneamente come la condizione salutare della bontà di un lavoro a cui tutti partecipano con uguali diritti e uguali doveri. Giacché solo di lavorare seriamente, e di far conoscere a tutti questo lavoro, è l’ambizione ostinata dei professori d’Orchestra della Radio Romana; di seguitare a portare il risultato delle loro fatiche davanti a tutti i pubblici d’Italia.
Fedele D’Amico, critico musicale
Anche Carlo Maria Giulini diede un’impronta indelebile all’organico, soprattutto favorendo l’incontro con il repertorio contemporaneo di Giorgio Federico Ghedini, Alberto Savinio, Paul Hindemith, Gian Francesco Malipiero, Darius Milhaud e Goffredo Petrassi. Altri direttori parteciparono al successo dell’Orchestra. Da non dimenticare: Victor de Sabata, Leonard Bernstein, Gianandrea Gavazzeni, Vittorio Gui, Gino Marinuzzi, Claudio Abbado, Luciano Berio, Zubin Mehta, Igor Markevitch, Bernardino Molinari, Carl Schuricht, Carlo Zecchi e Tullio Serafin.