L'organetto
Fra tradizione e innovazione
L’organetto è uno strumento musicale a mantice appartenente alla famiglia degli aerofoni (strumenti il cui suono è generato da un flusso d'aria). È provvisto di ance libere: sottili linguette di acciaio fissate a un'estremità su una piastrina di ottone o alluminio forata in modo tale da consentire all'ancia di vibrare liberamente sotto il soffio dell'aria, producendo così il suono.
Ogni ancia è intonata su una nota musicale. La lunghezza e la larghezza della linguetta sono proporzionate all'altezza della nota: più acuta è la nota, più piccola è l'ancia e viceversa. Le ance sono montate su intelaiature di legno (somiere) fissate all'interno di due cassettine, anch'esse di legno, dotate entrambe di tastiera.
L’organetto è fornito di una tastiera melodica a bottoni, azionata dalla mano destra, nella quale le note sono ordinate per scale diatoniche (cinque toni e due semitoni). Può essere definito il padre della fisarmonica, essendole precedente.
È diffuso in tutto il mondo, in particolar modo nelle tradizioni popolari.
In Italia è utilizzato soprattutto nel centro-sud. Nel Reatino è lo strumento protagonista di numerose rassegne dove i musicisti di ogni età si esibiscono e si sfidano in piazza con brani virtuosi e melodici di musica moderna o popolare. È molto diffuso anche in Abruzzo (dove la versione con soli due bassi è chiamata ddù botte), in Molise per l'esecuzione di quasi tutte le musiche tradizionali, in Calabria (dove viene usato per l'esecuzione di pizziche e tarantelle). Anche in Sardegna questo strumento ha avuto una notevole diffusione, soprattutto nelle zone dell'interno. A partire dalla fine dell'Ottocento, periodo in cui si può datare l'arrivo dei primi esemplari nell'isola, ha infatti affiancato e in molti casi sostituito lo strumento fino ad allora più diffuso, le launeddas, forse a causa della sua maggiore versatilità, robustezza e semplicità d'uso.
Lo si ritrova anche nelle vallate alpine occitane. In Friuli sono diffusi gli organetti bitonici a tre o più file, derivati dalla tradizione austriaca. È parte integrante e fondamentale della tradizione musicale irlandese. In Brasile l'organetto è popolarissimo e prende il nome di "Gaita de botão" (bottone) o "Gaita-ponto". Tipico è quello "de oito baixos", a otto bassi.
Ce ne parla Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo italiano.
Ogni ancia è intonata su una nota musicale. La lunghezza e la larghezza della linguetta sono proporzionate all'altezza della nota: più acuta è la nota, più piccola è l'ancia e viceversa. Le ance sono montate su intelaiature di legno (somiere) fissate all'interno di due cassettine, anch'esse di legno, dotate entrambe di tastiera.
L’organetto è fornito di una tastiera melodica a bottoni, azionata dalla mano destra, nella quale le note sono ordinate per scale diatoniche (cinque toni e due semitoni). Può essere definito il padre della fisarmonica, essendole precedente.
È diffuso in tutto il mondo, in particolar modo nelle tradizioni popolari.
In Italia è utilizzato soprattutto nel centro-sud. Nel Reatino è lo strumento protagonista di numerose rassegne dove i musicisti di ogni età si esibiscono e si sfidano in piazza con brani virtuosi e melodici di musica moderna o popolare. È molto diffuso anche in Abruzzo (dove la versione con soli due bassi è chiamata ddù botte), in Molise per l'esecuzione di quasi tutte le musiche tradizionali, in Calabria (dove viene usato per l'esecuzione di pizziche e tarantelle). Anche in Sardegna questo strumento ha avuto una notevole diffusione, soprattutto nelle zone dell'interno. A partire dalla fine dell'Ottocento, periodo in cui si può datare l'arrivo dei primi esemplari nell'isola, ha infatti affiancato e in molti casi sostituito lo strumento fino ad allora più diffuso, le launeddas, forse a causa della sua maggiore versatilità, robustezza e semplicità d'uso.
Lo si ritrova anche nelle vallate alpine occitane. In Friuli sono diffusi gli organetti bitonici a tre o più file, derivati dalla tradizione austriaca. È parte integrante e fondamentale della tradizione musicale irlandese. In Brasile l'organetto è popolarissimo e prende il nome di "Gaita de botão" (bottone) o "Gaita-ponto". Tipico è quello "de oito baixos", a otto bassi.
Ce ne parla Ambrogio Sparagna, musicista ed etnomusicologo italiano.
Quando suoni questi strumenti entri in un mondo antico, ascolti una voce di altri tempi, ma che ti dà la possibilità di interpretare il presente.