"Turandot"

"Turandot"

Un Puccini sperimentale

"Turandot"
Dramma lirico in tre atti e cinque quadri su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, da Gozzi, Turandot fu rappresentata per la prima volta il 25 aprile 1926 al Teatro alla Scala con la direzione di Arturo Toscanini.
Personaggi: Turandot (sop.), Altoum (ten.), Timur (b.), Calaf, suo figlio (ten.), Liù (sop.), Ping, Pang, Pong (bar., ten., ten.), un mandarino (bar.)

Com’è noto, Turandot è l’ultima opera del Maestro, che ne lasciò incompiuta la partitura. Successivamente, fu completata da Franco Alfano e, nel 2001, anche Luciano Berio si cimentò in una nuova versione.

Turandot è un’opera caratterizzata da forti contrasti. Potrebbe essere sintetizzata in quattro parole: “iniziazione”, “mistero”, “prova” e “sacrificio”. 

In quest’opera si percepiscono suggestioni provenienti dalla “modernità musicale”; con Turandot Puccini infrange, in qualche misura, la tradizione ottocentesca. Un Puccini sperimentale, che aveva già conosciuto Le Sacre du printemps di Stravinsky e il Pierrot Lunaire di Schönberg, proiettato lungo le nuove strade sperimentali europee e, forse, “isolato” in Italia.