Genesi e sviluppo del "Boris Godunov"
La prosa vivente in musica di Modest Musorgskij
Boris Godunov è la prima esperienza teatrale veramente compiuta di Modest Petrovič Musorgskij. La prima versione risale al 1868 – 1869 e fu respinta dai Teatri Imperiali. Solamente cinque anni dopo, il 27 gennaio 1874, poté accedere al Teatro Mariinskij di Pietroburgo, in una seconda e più ampia versione (1871 – 1872) che riscosse un grande successo.
Ljudmila Šestakova, sorella del compositore Michail Glinka, animava un cenacolo letterario-musicale e, nel corso di un incontro, nel settembre del 1868, il giovane Musorgskij ricevette il suggerimento di musicare il dramma storico di Aleksandr Puškin, Boris Godunov, che il poeta aveva scritto ispirandosi, e facendone oggetto di dedica, a Nikolaj Karamzin e alla sua Storia dello Stato russo. Il compositore si mise immediatamente al lavoro, completando la partitura il 15 dicembre 1869.
Per la messa in scena ci si servì degli stessi scenari utilizzati per il dramma di Puškin nel 1870. L’opera riscosse un immediato successo di pubblico e di critica, salvo qualche rara eccezione, e fu replicata ventisei volte nel corso dei cinque anni successivi. Dopo una lunga eclisse, tornò in scena a Mosca nel 1888. Tra il 1895 e il 1906, Rimskij-Korsakov la riportò in teatro, dopo averne operato una revisione, rovesciando l’ordine delle due ultime scene e dando maggior risalto protagonistico ed ‘‘eroico’’ alla figura dello Zar; Rimskij-Korsakov operò anche una serie di modifiche dell’armonia. Fu questa versione del Boris a imporsi in occidente, dove debuttò - a Parigi - nel 1908; in Italia esordì al Teatro alla Scala il 14 gennaio del 1909.
Ancora nel 1928 le autorità sovietiche incaricarono lo studioso Pavel Lamm di ricostruire fedelmente la stesura originaria di Musorgskij, che, gradualmente, s’impose fino a sostituire quasi ovunque la versione rimskiana.
Nel 1939, fu Dmitrij Šostakovič a mettere mano alla strumentazione senza, però, toccare la composizione.
Ljudmila Šestakova, sorella del compositore Michail Glinka, animava un cenacolo letterario-musicale e, nel corso di un incontro, nel settembre del 1868, il giovane Musorgskij ricevette il suggerimento di musicare il dramma storico di Aleksandr Puškin, Boris Godunov, che il poeta aveva scritto ispirandosi, e facendone oggetto di dedica, a Nikolaj Karamzin e alla sua Storia dello Stato russo. Il compositore si mise immediatamente al lavoro, completando la partitura il 15 dicembre 1869.
Dopo il rifiuto del comitato di lettura dei Teatri Imperiali, Musorgskij rielaborò risolutamente la partitura, includendovi due nuovi quadri e modificando quelli preesistenti anche con l’aggiunta di nuovi personaggi, tra i quali Marina e il gesuita. Tuttavia, l’opera fu nuovamente bocciata; il nome di Musorgskij, però, era ormai noto e apprezzato, in particolar modo nei circoli slavisti che caldeggiavano l’affrancamento della musica russa da interferenze occidentali. Il Boris Godunov cominciò a circolare fra intellettuali e cantanti, fino a che il baritono Gennadij Kondratiev e, soprattutto, il celebre mezzosoprano Julia Platonova ne presero a cuore le sorti. La Platonova, forte del proprio prestigio, esigette che l’opera fosse inclusa nel cartellone del Teatro Mariinskij dove, finalmente, giunse nel 1874, diretta da Eduard Nápravník, con il baritono Ivan Mel’nikov nella parte di Boris, Platonova in quella di Marina, il contralto Darja Leonova nella parte dell’ostessa e il basso Osip Petrov come Varlaam.lo vorrei, ecco, che i miei personaggi parlassero sulla scena come parla la gente viva [...] ossia vorrei che la mia musica riproducesse il discorso umano in tutte le sue minime sfumature, e i suoni del discorso umano dovrebbero, senza esagerazione o caricatura, farsi musica [...] lo voglio fissare il linguaggio di Gogol'. È prosa vivente in musica
Modest Petrovič Musorgskij
Per la messa in scena ci si servì degli stessi scenari utilizzati per il dramma di Puškin nel 1870. L’opera riscosse un immediato successo di pubblico e di critica, salvo qualche rara eccezione, e fu replicata ventisei volte nel corso dei cinque anni successivi. Dopo una lunga eclisse, tornò in scena a Mosca nel 1888. Tra il 1895 e il 1906, Rimskij-Korsakov la riportò in teatro, dopo averne operato una revisione, rovesciando l’ordine delle due ultime scene e dando maggior risalto protagonistico ed ‘‘eroico’’ alla figura dello Zar; Rimskij-Korsakov operò anche una serie di modifiche dell’armonia. Fu questa versione del Boris a imporsi in occidente, dove debuttò - a Parigi - nel 1908; in Italia esordì al Teatro alla Scala il 14 gennaio del 1909.
Ancora nel 1928 le autorità sovietiche incaricarono lo studioso Pavel Lamm di ricostruire fedelmente la stesura originaria di Musorgskij, che, gradualmente, s’impose fino a sostituire quasi ovunque la versione rimskiana.
Nel 1939, fu Dmitrij Šostakovič a mettere mano alla strumentazione senza, però, toccare la composizione.