Il setting
7 maggio - Scuola@Casa News
Per Scuola@Casa News, oggi Gino Roncaglia ci propone…il setting. Quando si parla di setting, si fa riferimento a un insieme di fattori che devono essere ben organizzati insieme, affinché il processo di apprendimento possa funzionare: fattori di organizzazione degli spazi, di organizzazione delle attività negli spazi, di scelta degli strumenti funzionali alle attività e agli spazi in cui si lavora.
Se noi proiettiamo queste considerazioni sul futuro, cominciare a fare qualche esercizio appunto di ragionevole previsione, è una buona cosa anche per non arrivare completamente impreparati all'appuntamento di settembre.
Ora tra i vari modelli che sono discussi, uno di questi prevede una situazione in cui metà delle studentesse e degli studenti di una classe sono in aula, distanziati e l'altra metà è invece a casa, impegnata in attività a distanza. Come funziona il setting, l'organizzazione delle attività in una situazione di questo tipo? Ci potrebbe essere un'interpretazione facile per certi versi di questo modello: l'insegnante ha davanti un computer con una webcam e fa la sua lezione: chi è a distanza la segue da casa, chi è presente la segue in classe. Questo scenario, però, ha dei notevoli problemi, perché vuol dire che sostanzialmente il docente è obbligato, proprio dal setting, a fare solo didattica frontale, perché qualunque tipo di attività cercasse di svolgere con un gruppo di studenti o con l'altro, taglierebbe in parte fuori il gruppo gli studenti non direttamente coinvolto.
Naturalmente non è pensabile un anno scolastico in cui tutte le attività si riducano a lezioni frontali, per di più molto statiche. E allora quale tipo di organizzazione si potrebbe prevedere? Per esempio non è detto che gli studenti a distanza e quelli in classe debbano fare esattamente lo stesso tipo di attività. Inoltre è immaginabile che alcuni docenti, magari non direttamente impegnati in quel momento nella didattica in presenza, possano seguire gruppi misti, con studenti a distanza di classi diverse. È ipotizzabile quello di coinvolgere in questo tipo di attività anche altri soggetti, eventualmente esterni al mondo della scuola.
Ecco questo tipo di esercizi di previsione di immaginazione, al di là della situazione concreta che non possiamo veramente prevedere, sono utili anche per renderci conto dei problemi, delle difficoltà e delle opportunità che possono offrire situazioni certo non ideali, come quella odierna, che impone diversi vincoli. Immaginare scenari, setting, organizzazione delle attività che permettano di rispettare tali vincoli, ma contemporaneamente di lavorare per quanto possibile con una didattica funzionante e capace di innestare buoni processi di apprendimento, questo è sicuramente un esercizio che occorre cominciare a fare.
Webinar Sosdigitale: https://sosdigitale.org/
Se noi proiettiamo queste considerazioni sul futuro, cominciare a fare qualche esercizio appunto di ragionevole previsione, è una buona cosa anche per non arrivare completamente impreparati all'appuntamento di settembre.
Ora tra i vari modelli che sono discussi, uno di questi prevede una situazione in cui metà delle studentesse e degli studenti di una classe sono in aula, distanziati e l'altra metà è invece a casa, impegnata in attività a distanza. Come funziona il setting, l'organizzazione delle attività in una situazione di questo tipo? Ci potrebbe essere un'interpretazione facile per certi versi di questo modello: l'insegnante ha davanti un computer con una webcam e fa la sua lezione: chi è a distanza la segue da casa, chi è presente la segue in classe. Questo scenario, però, ha dei notevoli problemi, perché vuol dire che sostanzialmente il docente è obbligato, proprio dal setting, a fare solo didattica frontale, perché qualunque tipo di attività cercasse di svolgere con un gruppo di studenti o con l'altro, taglierebbe in parte fuori il gruppo gli studenti non direttamente coinvolto.
Naturalmente non è pensabile un anno scolastico in cui tutte le attività si riducano a lezioni frontali, per di più molto statiche. E allora quale tipo di organizzazione si potrebbe prevedere? Per esempio non è detto che gli studenti a distanza e quelli in classe debbano fare esattamente lo stesso tipo di attività. Inoltre è immaginabile che alcuni docenti, magari non direttamente impegnati in quel momento nella didattica in presenza, possano seguire gruppi misti, con studenti a distanza di classi diverse. È ipotizzabile quello di coinvolgere in questo tipo di attività anche altri soggetti, eventualmente esterni al mondo della scuola.
Ecco questo tipo di esercizi di previsione di immaginazione, al di là della situazione concreta che non possiamo veramente prevedere, sono utili anche per renderci conto dei problemi, delle difficoltà e delle opportunità che possono offrire situazioni certo non ideali, come quella odierna, che impone diversi vincoli. Immaginare scenari, setting, organizzazione delle attività che permettano di rispettare tali vincoli, ma contemporaneamente di lavorare per quanto possibile con una didattica funzionante e capace di innestare buoni processi di apprendimento, questo è sicuramente un esercizio che occorre cominciare a fare.
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