Fabio Pagano. I Campi Flegrei 

La geografia del mito

Fabio Pagano, Direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, intervistato a Paestum (SA) nel corso della XXIII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, parla dell'importanza del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e della geografia del mito che questi luoghi raccontano. 

Il Parco Archeologico dei Campi Flegrei costituisce un unicum nel panorama dei parchi archeologici italiani. Si tratta di un parco diffuso: venticinque luoghi disseminati in un territorio molto vasto, ripartito tra quattro diverse amministrazioni comunali. Ed è questa un po’ l’essenza relazionale di questi luoghi e uno dei nostri compiti è quello di metterli insieme, attraverso dei legami immateriali, come il mito e le tradizioni, da Cuma all’antica Puteoli, a Miseno e a Baia, riconducendoli ad un’unità cognitiva e percettiva. 

Nell’VIII secolo i greci portano sulle nostre coste la scrittura, un alfabeto nuovo che da Cuma si irradia attraverso quelle forme che arrivano fino al nostro alfabeto. 

Baia è il luogo dove forse il termalismo è nato e dove rimangono importanti architetture monumentali, ma anche la piana di Bagnoli, oggi nei confini del Comune di Napoli, era celebre nell’antichità per le sue terme, attive fino alla metà del XX secolo.