Mounir Bouchenaki. Il futuro del Patrimonio Unesco
Archeologia e territorio
Paestum e VeliaPaestum, il luogo più greco d’Italia, con Velia, l’antica città greca di Elea, il Vallo di Diano e la Certosa di Padula è stato inserito nel 1998 nella lista del Patrimonio UNESCO.
La Borsa Mediterranea del Turismo archeologico ha aperto una nuova prospettiva di dialogo tra archeologia e turismo, che è stata estesa anche oltre il Mediterraneo, a paesi come la Cambogia o l’Arabia Saudita.Oggi è necessario gestire non solo l’archeologia ma anche il territorio che ospita i siti archeologici e dal 2003 è tutelata anche la parte immateriale di questo patrimonio, i valori immateriali, come ad esempio la dieta mediterranea, che nasce proprio nel Cilento. Una convenzione per la difesa del patrimonio immateriale alla quale ad oggi hanno aderito già 160 paesi del mondo.
Oggi ogni sito inserito nella lista del Patrimonio UNESCO deve oggi avere un piano di gestione, che viene redatto con tutte le istituzioni e gli enti territoriali ed è questo il vero futuro del patrimonio culturale, inteso come effettiva risorsa per le nuove generazioni.
Nato nel 1943 a Tlemcen (Algeria), Mounir Bouchenaki ha conseguito presso l’Università di Algeri, dapprima la laurea in Storia e Geografia e quindi il diploma di Studi superiori in Storia Antica. Si è poi addottorato in Archeologia e Storia dell’Antichità all’Università di Aix-en-Provence, ricevendo per la sua tesi il Premio dell’Accademia delle Belle Arti di quella città.
Dopo avere insegnato Latino, Storia e Geografia presso i Licei e dopo aver svolto attività docente presso il Dipartimento di Storia della Facoltà di Lettere dell’Università di Algeri, dal 1972 è stato conservatore capo incaricato di ricerche presso il Reparto delle Antichità dell’Algeria, dal 1974 vicedirettore del Dipartimento di Archeologia, Musei e Monumenti Storici e dal 1976 direttore del Dipartimento per il Patrimonio Culturale presso il Ministero dell’Informazione e della Cultura, ad Algeri.
Nel 1982, il Dott. Bouchenaki è entrato a fare parte del Segretariato dell’UNESCO quale specialista di programma alla Divisione del Patrimonio Culturale assumendone, dal 1992 al 2000, la direzione, in contemporanea, dal 1998 al 2000, con quella del Centro per il Patrimonio Mondiale. Dal 2000 al 2006, è stato Direttore Generale Aggiunto per la Cultura, dove ha guidato il processo di elaborazione della Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Intangibile, adottata nel 2003, e della Convenzione per la Protezione e la Promozione della Diversità delle Espressioni Culturali, adottata nel 2005. Nello stesso periodo è stato responsabile, per conto dell’UNESCO, di varie missioni di valutazione relative all’impatto sul patrimonio culturale derivante dalla distruzione dei Budda di Bamiyan (Afghanistan, 2001), dalla seconda guerra in Iraq (2002-2003), dal conflitto in Kosovo (2003-2004).
Dal 2006 è Direttore Generale dell’International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM), con sede a Roma. Nei primi tre anni del suo mandato, gli stati membri sono passati da 116 a 126 e sono state attivate molte partnership con Istituzioni pubbliche e private e università in tutto il mondo e, tra queste, il nostro Sodalizio.