La nostra Costituzione tradotta nei dialetti italiani

La nostra Costituzione tradotta nei dialetti italiani

Un'opera di Vito Tenore

La nostra Costituzione tradotta nei dialetti italiani
Si intitola La Costituzione tradotta nelle lingue e nei dialetti regionali italiani (2024), ed è stata ideata e curata dal professor Vito Tenore, Presidente di Sezione della Corte dei conti, coadiuvato da 22 colleghi in servizio nelle varie sedi regionali e aiutato da un gruppo di linguisti. Un volume di 712 pagine, edito da Editoriale Anicia, che traduce i 139 articoli della nostra Carta nelle lingue “di minoranza” (friulano e sardo) e nei principali dialetti che si parlano in Italia. Nel volume sono pubblicati anche due QR-code che consentono l'ascolto della Costituzione in lingua italiana e in una versione multidialettale.

L'opera, in occasione della festa della Repubblica dello scorso 2 giugno, è stata donata dal curatore e dall’editore, alle maggiori istituzioni del Paese: al Presidente della Repubblica e alla presidente del Consiglio. 

Un'opera quasi "artistica", mossa da diverse e concorrenti finalità. La prima è cercare di perseguire, attraverso una formulazione linguistica legata al territorio, una più compiuta conoscenza dell'unica e unitaria Carta costituzionale, ricorrendo ad una sua evocativa lettura in chiave locale, senza però scadere in un anacronistico obiettivo di frazionamento regionalistico, teso ad esaltare faziose peculiarità linguistiche locali, ma, anzi, esaltando l'unitarietà del testo costituzionale, declinato in diverse e suggestive sonorità del territorio italiano
Vito Tenore

Il secondo obiettivo si propone di valorizzare la capacità dei dialetti e delle lingue di minoranza di esaltare le caratteristiche storico-culturali del popolo che li parla e soprattutto di rendere più comprensibili alcuni passaggi tecnici che in italiano risultano meno intellegibili. Infine, un'ultima finalità, più personale ed intima, del curatore dell'opera:

Dietro ogni grande statista, professionista o Servitore dello Stato, vi è spesso un paesello natìo, una famiglia fatta di famiglie semplici legate al territorio, di scuole locali con professori dalla marcata cadenza regionale, di parrocchie o bar dove si parlava (e si parla ancora) in lingua locale e in dialetto, di campi di calcio o di cinema ove si andava, scanzonati, con amici parlando la lingua popolare. E questo portato linguistico e sonoro è anche un "portato esistenziale"....
Vito Tenore