Fausto Giaccone: Il popolo nel Pantheon

La mostra fotografica realizzata dall'Istituto italiano di cultura di Lisbona

Portugal 1975. O Povo no Panteâo è il titolo della mostra fotografica di Fausto Giaccone realizzata dall’Istituto italiano di cultura di Lisbona all’interno del Panteâo Nacional, in occasione del cinquantesimo anniversario della Rivoluzione dei Garofani

L’esposizione è nata da un’idea, un auspicio e una volontà. L’idea di lasciare una testimonianza tangibile dell’esposizione nata dall’unione delle forze del nostro Istituto e del Panteão Nacional, in occasione delle Celebrazioni per il Cinquantenario del 25 Aprile. L’auspicio che la sua circolazione abbatta i limiti temporali di questa ricorrenza e amplifichi il suo messaggio. La volontà di rinnovare l’adesione delle nostre istituzioni ai valori del 25 Aprile, italiano e portoghese
Stefano Scaramuzzino, direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Lisbona

La mostra espone 43 scatti realizzati da Fausto Giaccone nell’agosto del 1975 nella regione dell’Alentejo. Gli eventi immortalati si svolgono 15 mesi dopo la Rivoluzione dei Garofani, le manifestazioni popolari che portarono 50 anni fa, il 25 aprile 1974, alla fine al regime dittatoriale di Antònio Salazar.



La scelta dei curatori della mostra è stata quella di intendere la data del 25 aprile in un'accezione dilatata, estesa fino all’autunno del 1975, considerando l’occupazione delle terre alentejane nell’estate di quell’anno, strettamente collegata all’affermazione delle istanze democratiche di uguaglianza formale e sostanziale, alla base del golpe dei Capitani e delle Costituzioni italiana e portoghese.

Vicende intrecciate e parallele, accomunate da euforia, organizzazione, disillusione e infine “risacca”, ma destinate a offrire un esempio duraturo con la sua dimostrazione che l’utopia era possibile, sollevando l’interesse mondiale per l’evento più importante degli ultimi anni (come lo definì Jean-Paul Sartre) ed esercitando una particolare attrazione sugli intellettuali italiani, tra cui Fausto Giaccone 

I volti, le masse e i paesaggi immortalati dall'obiettivo di Giaccone sottintendono l’idea che ogni rapporto economico e di forza, per quanto secolare, è un fatto umano e in quanto tale può essere trasformato.

La sua pubblicazione e diffusione, oggi come ieri, ha toccato le corde dell’Italia perché vi ci specchiamo, riconoscendo la nostra storia culturale e politica: l’ecosistema di una Sardegna che non c’è più, l’afflato ideale di Carlo Pisacane e dei Fratelli Bandiera, un lieto fine per la novella Libertà di Giovanni Verga e per Portella della Ginestra, il sognato auspicio al termine del Calderón di Pasolini, i rivolgimenti de La Storia di Elsa Morante. 

Per questo all'Istituto Italiano di Cultura di Lisbona hanno fortemente creduto in questo progetto e nella sua capacità di approfondire i legami tra Portogallo e Italia, in continuità e coerenza con la programmazione, passata e recente, dell’istituzione. Già nel 1988 i locali della sede dell'Istituto accolsero una mostra di Fausto Giaccone, grazie all’intuizione di Antonio Tabucchi, che del volume Una História Portuguesa scrisse l’introduzione.

Il desiderio è che dopo l’esposizione presso il Panteão Nacional, non luogo di morte ma di luminosa rinascita, il viaggio di Fausto Giaccone e della sua mostra trovi una naturale continuazione nel ritorno nelle terre da cui tutto ha avuto inizio, le cui municipalità hanno non a caso accettato di collaborare nella realizzazione del catalogo: grazie dunque a Coruche, Couço e Montemor-o-Novo, e grazie al Panteão e al suo direttore Santiago Macias per l’energica condivisione di questo progetto, di questo sogno, di questa utopia
Stefano Scaramuzzino, direttore dell’Istituto italiano di Cultura di Lisbona

Nel video, le interviste al fotografo Fausto Giaccone, a Santiago Macias, direttore del Panteâo Nacional, e a Stefano Scaramuzzino, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Lisbona.


Il fotografo Fausto Giaccone