Domenico Iannacone. Accoglienza
La narrazione reale del Paese
La parola accoglienza è un elemento che ha caratterizzato, nel corso della mia attività professionale, la scelta delle storie, la modalità del racconto e mi ha dato la possibilità di scandagliare elementi della società che altrimenti sarebbero rimasti fuori da ogni forma di narrazione televisiva.
Viviamo in una fase in cui i salotti televisivi hanno preso il sopravvento rispetto alla narrazione reale del Paese e questo, in qualche modo, è un po’ come se avesse tenuto lontano dalla televisione i grandi temi, che devono invece essere affrontati.
Ci sono storie sono mi rimaste dentro e che oggi mi piacerebbe riaffrontare, perché le storie non finiscono. La metodologia che ho adottato in questi anni è stata quasi sociologica: andare nei luoghi, attraversarli e poi magari tornarci a distanza di anni per capire quello che è accaduto. Anche questo è un modo di accogliere, di dimostrare che io, come giornalista, non faccio un lavoro estemporaneo, non entro in un luogo, prendo una storia, la rapisco e poi l’abbandono. Per me accogliere significa anche tenere sempre accesa quella lucina di quella storia, raccontandola nel corso degli anni.