Mimmo Cuticchio e Domenico Trischitta: Palermo e Catania
Memoria e tradizione nelle due città
Il Teatro dei Pupi ha origini lontane, dal teatro delle marionette del mondo greco alla tradizione dei pupus medievali, ma oggi io e mio figlio portiamo avanti non solo le Chanson de geste, ma anche spettacoli nuovi con nuovi pupi, con i quali raccontiamo i vicoli di Palermo.
Mimmo Cuticchio
Ho capito che il Cunto e l’Opera dei Pupi potevano continuare a vivere e così ho rinnovato la tradizione dei contastorie medievali. Il mio coraggio è stato quello di immaginare un ponte per passare da un’epoca all’altra.
Mimmo Cuticchio
La tradizione non consiste semplicemente nel conservare, ma si può paragonare ad un fiume che rinnova sempre la sua acqua. Per questo i pupi sono un mezzo per raccontare ciò che vediamo nel presente con l’esperienza del passato.
Mimmo Cuticchio
Quella del vecchio quartiere di San Berillo fu una deportazione a tutti gli effetti. Uno sradicamento che cancellò per sempre la socialità dei rioni e i vecchi mestieri artigianali.
Domenico Trischitta
Mio padre, qualche anno prima che morisse, cominciò a scrivere le memorie della sua giovinezza catanese nei cortili delle sue strade. Quando gli chiesi perché mi rispose: «Non posso più fotografarle perché non esistono più, non mi rimane che la memoria».
Domenico Trischitta
Mimmo Cuticchio, il maggiore dei figli maschi del cav. Giacomo Cuticchio, nel 1971 si distacca dalla compagnia paterna e forma il gruppo Figli d’Arte Cuticchio operando nelle scuole di ogni ordine e grado. Il 29 luglio 1973 apre il Teatro dei Pupi S. Rosalia a Palermo in Via Bara all’Olivella n. 95 dove ancora oggi si rappresenta il ciclo della storia dei paladini di Francia e dove la conservazione del patrimonio di tecniche tramandate da padre in figlio o da maestro ad allievo è un valore essenziale.
Nell’anno 1977, fonda l’Associazione “Figli d’Arte Cuticchio” che accorpa la compagnia omonima. Per la prima volta una compagnia di pupari viene riconosciuta dal Ministero dei Beni Culturali Questo permette un ulteriore sviluppo e qualificazione dell’attività che si estende sempre di più in quei settori dell’artigianato che tradizionalmente affiancavano l’opera dei pupi ed ai quali i pupari si sono sempre appoggiati; le permette di porsi come unità produttiva autosufficiente, in grado di produrre spettacoli, controllarne tutte le fasi, dallo sbalzo dei metalli per le armature, all’intaglio del legno per i corpi dei pupi, alla pittura di scene e cartelli, alla realizzazione dei costumi.
La compagnia diretta da Mimmo Cuticchio, salda tre principali linguaggi della comunicazione teatrale: il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione. Oltre all’attività di produzione, il gruppo Figli d’Arte Cuticchio promuove e organizza mostre, rassegne e dal 1985 un festival teatrale dedicato al teatro di figura e alla narrazione intitolato La Macchina dei Sogni. Nel 1997 Mimmo Cuticchio apre i battenti del suo laboratorio e realizza la prima Scuola per pupari e cuntisti con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi ed al cunto. Il 18 maggio 2001 l’UNESCO riconosce l’opera dei pupi “patrimonio immateriale dell’umanità”.
Nel 2013, con un decreto, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Direzione Generale per gli Archivi Servizio II Tutela e conservazione del patrimonio archivistico, ha dichiarato l’archivio cartaceo dell’Associazione Figli d’Arte Cuticchio di interesse storico.
Domenico Trischitta è uno scrittore, giornalista e drammaturgo catanese. Esordisce come autore teatrale nel 1999 al Teatro Quirino di Roma con il testo "Sabbie Mobili". Ha collaborato con la terza pagina del quotidiano "Il Tempo". Si è occupato di critica teatrale sulle pagine di "Repubblica" Palermo, e di cultura e spettacolo ne "La Sicilia". Come scrittore è autore del racconto "Daniela Rocca, il miraggio in celluloide", (Boemi Editore, 1999), "Una raggiante Catania", 2008 vincitore del Premio Martoglio 2009, "Glam City", romanzo 2014 Avagliano editore; "L'Oro di San Berillo", 2015 Algra editore; "Le lunghe notti", 2016 raccolta di racconti, Avagliano editore). Nel 1995 è stato aiuto regista di Franco Battiato nel "Socrate Impazzito" di Manlio Sgalambro, andato in scena nell'Estate Catanese. Nel 2011 ha partecipato al documentario Sicilia di sabbia di Massimiliano Perrotta, raccontando la Catania del vecchio quartiere San Berillo. Ha appena pubblicato il romanzo "1999", edizioni Fuoriasse.