Marco Pizzo
Porta Pia e il 1870 per immagini
L’immagine simbolica più rappresentativa della fine del Risorgimento è quella dalla breccia di Porta Pia. Conquistare Roma era un sogno: era la realizzazione dell’Unità e la fine del potere temporale e la conquista della Capitale ideale dell’Italia.
Sicuramente la fotografia più nota della presa di Porta Pia è quella che mostra un gruppo di bersaglieri sopra un terrapieno con il fucile imbracciato di fronte alle fortificazioni della Porta. Ma si trattava di un abile “falso”, costruito mediante una messa in scena, illusionistica e teatrale, realizzata utilizzando la medesima sagoma di bersagliere ripetuta più volte. Un fotomontaggio, abile per i tempi e per le modalità esecutive che voleva offrire allo spettatore delle informazioni “realistiche” e per questo si selezionavano particolari significativi e rilevanti. La presa di Porta Pia è inscenata di fronte al portone monumentale michelangiolesco e non poco distante, come avvenne in realtà, lungo la mura. Non a caso questa diventerà l’immagine “ufficiale” della presa di Roma del 1870 in quanto ritenuta ben più significativa – e “verosimile”- dell’immagine reale che invece mostra una breccia lunga il muraglione ad una certa distanza dal portone monumentale.
Ma scorrendo le immagini stereoscopiche realizzate “dal vero” da Ludovico Tuminello nell’arco di alcuni giorni a cavallo del 20 settembre 1870 troviamo accanto a scene consuete tipiche delle fotografie “di rovina” altre immagini che mostrano feriti soccorsi da un’ambulanza improvvisata; gruppi di militari. Si tratta di una serie di fotografie stereoscopiche realizzate proprio per documentare la resa della Città Eterna e non è un caso che il fotografo fosse proprio un fuoriuscito dall’impresa sfortunata della Repubblica Romana del 1849 costretto alla fuga e all’esilio. Il suo momento di ritorno coincise con la capitolazione di Roma e lui usò la sua macchina fotografica come un’arma in grado di mostrare la nuda verità: la capitolazione di Pio IX.
Accanto alle fotografie di Tuminello troviamo anche quelle di un altro fotografo e patriota Altobelli che cambiò la sua inquadratura e cercando di realizzare un reportage più aderente alla realtà dei fatti, fotografando proprio il luogo esatto della breccia. Ma le sue immagini non godranno di altrettanta fortuna.
Disegnatori ed incisori non mancarono di documentare gli ultimi mesi del potere temporale e le varie attività di Pio IX; così come descriveranno i vari luoghi che furono protagonisti delle vicende immediatamente legate alla presa di Roma: dall’entrata dei soldati da piazza del Popolo alla visita del re Vittorio Emanuele II a Roma dal 30 dicembre 1870; dall’ultima benedizione del pontefice alla sue truppe il 21 settembre 1870 ai festeggianti per il plebiscito popolare del 2 ottobre. Non mancarono vignette satiriche contro il potere temporale e allegorie inneggianti al re: una molteplicità di immagini e fotografie che ci consente di capire l’importanza data dai contemporanei a questo avvenimento.
La breccia di Porta Pia diventerà così l’immagine simbolica ed emblematica dell’Italia Unita. Forse le parole di alcuni scrittori ed artisti stranieri presenti nel settembre 1870 a Roma ci possono aiutare a comprendere il senso più profondo di queste immagini: un illustre scrittore del Nord, Ibsen commentando i fatti del 1870 affermava che “ora che la gloriosa battaglia per la libertà è finita…[la libertà] non ha più interesse per me”.