In occasione del centenario della nascita di Maria Callas (2 dicembre 2023), il portale di Rai Cultura propone uno Speciale che commemora la vita e l'eredità del celeberrimo soprano.
Le interviste, il repertorio cantato e un formidabile ologramma forniscono una contributo per comprendere e apprezzare la grandezza della Divina.
Le vicende artistiche e biografiche di Maria Callas sono assai note. Sono quelle di un’artista dotata di un talento unico e di una donna dalla vita, pubblica e intima, estremamente complessa e problematica. Entrambi questi aspetti sono stati e sono tuttora, a cento anni dalla nascita e a quarantasei dalla morte (16 settembre 1977), capaci di suscitare un grandioso interesse da parte di studiosi, di milioni di melomani in ogni parte del mondo, di semplici curiosi e di biografi, che ne alimentarono, e continuano ad alimentarne, il mito intramontabile.
In questo quadro, il canto in sé ha avuto e ha certamente una propria, importantissima valenza: una voce diversa da tutte quelle ascoltate fino alla sua comparsa sulle scene, una voce non facile, accidentata, disomogenea sebbene potentissima ed estesissima. Una voce che si riconosce di primo acchito: alle prime note si sa che è Maria Callas, anzi la Callas. E quell’articolo determinativo posto davanti al suo cognome resiste, oggi, anche al politically correct, non indicando la sua appartenenza al genere femminile, ma la sua unicità, la sua elevazione ai vertici del Pantheon dei soprani di ogni epoca e luogo.
Accanto alla voce, una sbalorditiva presenza scenica. Dovuta non solamente alla gestualità, ma anche all’intensità dello sguardo, capace di raggiungere e folgorare addirittura gli spettatori sistemati nei loggioni dei teatri d’opera.
Poi, la sua ferrea disciplina: lo studio delle partiture e dei libretti, così come le prove, erano sempre momenti in cui Maria Callas si cimentava con sé stessa, alla ricerca di un’impossibile, assoluta perfezione.
Infine, il rapporto coi media. La Callas fu artefice e vittima, al tempo stesso, di quell’immagine di sé, veicolata dai rotocalchi, di diva straordinaria, di protagonista della vita mondana e, insieme, di donna al centro di amori tormentati e vittima di una storia familiare dolorosa, che la rese psicologicamente tanto fragile.
Anche la morte, così prematura e avvenuta in circostanze, che, nell’immediato, fecero ipotizzare cause non del tutto palesi, contribuì a incrementarne il mito.
A 100 anni dalla sua nascita, non ci resta che essere grati a questa donna per il suo enorme contributo alla storia del canto lirico e per la sua straordinaria umanità.