“Voi sapete che proclamata l’unità monarchica d’Italia, taluni fra noi riprenderanno le vie dell’esilio, gli altri quelle della solitudine. Riparto di gloria? Non la speriamo. Nelle imprese alle quali noi lavoriamo, i nostri nomi si celano studiosamente, da noi medesimi. Lasciateci salvar l’Italia: scriveremo che voi l’avete salvata. Lasciateci fare”. Così scrive Giuseppe Mazzini, uno dei massimi esponenti di un periodo di fermento e attivismo politico che porteranno all’unificazione nazionale del nostro paese. La storiografia definisce questo complesso processo, caratterizzato da innumerevoli aspetti politici, economici, sociali, culturali, che si chiuderà con l’indipendenza nazionale sotto la dinastia dei Savoia, con il termine di Risorgimento. Punto di partenza è il Congresso di Vienna che nel 1815 ristabilisce le vecchie egemonie europee, ponendo gli Stati italiani sotto il controllo diretto e indiretto dell’Austria. Si alternano poi fasi insurrezionali, azioni diplomatiche e campagne militari con risultati a volte trionfali e a volte catastrofici. Tante le figure di spicco che contribuiscono alla causa, provenienti da mondi differenti, ma tutte spinte dal sogno di affrancarsi da un secolare dominio straniero. Attraverso la riproposizione di documentari, di approfondimenti e di immagini cerchiamo di individuare alcuni tra i personaggi chiave che hanno guidato, condizionato e caratterizzato le intricate vicende che portano alla promulgazione della legge n. 1 del Regno d’Italia, il 17 marzo 1861 a Torino: “Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato”.