Beppe Fenoglio e la Resistenza tra le righe
Passato e Presente
Il 25 aprile del 1945 l’Italia è finalmente libera dall’oppressione nazifascista. La Resistenza ha dato un contributo fondamentale alla lotta di liberazione ma già nell’immediato dopoguerra il racconto delle imprese partigiane resta ai margini del dibattito pubblico, soffocato dalle tensioni politiche interne e internazionali. Mentre la storiografia si interroga, la letteratura reagisce per prima al processo di rimozione: in pochi anni si susseguono le memorie e i romanzi di Elio Vittorini, Giorgio Bocca, Italo Calvino, Renata Viganò, Cesare Pavese, Elsa Morante, Luigi Meneghello, Nuto Revelli, Mario Rigoni Stern e altri ancora. Sarà soprattutto lo scrittore-partigiano Beppe Fenoglio a trovare le parole giuste per raccontare la Resistenza con Una questione privata, il romanzo pubblicato nel 1963 che per molti, a partire dallo stesso Italo Calvino, rappresenta l’opera che tutti i partigiani sognano di scrivere.
Dopo la licenza liceale, nel 1940, nell’anno di entrata in guerra dell’Italia, Fenoglio si iscrive alla facoltà di lettere dell’università di Torino. Dopo tre anni, nel gennaio 1943, arriva la chiamata alle armi. Pochi mesi e con l’armistizio dell’otto settembre Fenoglio rientra ad Alba e inizia la sua esperienza partigiana, che segnerà in modo indelebile la sua vita e la sua scrittura. Nella puntata del programma Passato e Presente, partendo dall’esperienza di Fenoglio, si prende in analisi il ruolo di precursori di intellettuali e letterati nel descrivere la complessità dell’esperienza e della guerra partigiana.Mentre la storiografia si interroga, la letteratura reagisce per prima al processo di rimozione: in pochi anni si susseguono le memorie e i romanzi di Elio Vittorini, Giorgio Bocca, Italo Calvino, Renata Viganò, Cesare Pavese, Elsa Morante, Luigi Meneghello, Nuto Revelli, Mario Rigoni Stern e altri ancora