La rivoluzione del Cavaliere.
L'Italia della Repubblica
Nell’ultimo decennio del XX secolo il sistema politico italiano conosce una crisi profonda dalla quale esce totalmente rivoluzionato. Le inchieste dei magistrati di Milano hanno scoperchiato un diffuso sistema di corruzione e malaffare che lega il mondo politico e quello imprenditoriale. La sfiducia degli elettori nei partiti che per decenni hanno governato il paese raggiunge livelli senza precedenti. Lo racconta il nuovo appuntamento con L’Italia della Repubblica con un’introduzione di Paolo Mieli. Ospite in studio, intervistato da Michele Astori, Giuliano Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia.
Nelle amministrative del 1993 della DC e del PSI non c’è più traccia, e a sfidarsi restano il neonato Partito Democratico della Sinistra e due forze fino ad allora ai margini del sistema, la Lega Nord e il Movimento Sociale Italiano.
Gli elettori moderati, orfani dei loro partiti di riferimento, faticano a trovare una rappresentanza politica, ed è in questo vuoto che si inserisce l’imprenditore milanese che cambierà radicalmente il quadro politico: Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere, con una spregiudicata doppia alleanza, al nord con la Lega di Bossi, e al Sud con l'Alleanza Nazionale di Fini, in pochi mesi riuscirà a guadagnarsi un incredibile seguito elettorale, tanto da sconfiggere nettamente i Progressisti guidati da Achille Occhetto.
Il primo governo Berlusconi, travolto dagli attacchi di Bossi, dalla guerra con la magistratura, e dalle manifestazioni contro la riforma delle pensioni, avrà vita breve. Ma è in questo momento che nasce la cosiddetta Seconda Repubblica.
La puntata realizzata, da Stefano Di Gioacchino, si avvale del contributo del politologo Piero Ignazi, del sociologo Ilvo Diamanti e dello storico Giovanni Orsina.