I mondiali di calcio del 1938

Pozzo e i suoi ragazzi

Un anno buio il 1938 per l’Europa che si avvia ormai verso un inevitabile secondo conflitto mondiale. Il 13 marzo con l’Anschluss la Germania annette l’Austria al Terzo Reich. In Italia il Regime fascista di Mussolini si trova all’apice del successo: nel mese di maggio il cancelliere tedesco Adolf Hitler fa visita a Mussolini, consolidando un rapporto di amicizia tra i due paesi. In estate con la pubblicazione del Manifesto del razzismo italiano vengono emanate le leggi razziali in Italia e di lì a poco con la conferenza di Monaco, in settembre, la Germania diffonderà le proprie mire espansionistiche anche sulla Cecoslovacchia. In questo drammatico contesto, dal 4 al 19 giugno si gioca la terza edizione della Coppa del mondo di calcio, in Francia. La nazione italiana si presenta campione in carica dopo il successo del 1934 e la conferma con la vittoria alle Olimpiadi a Berlino del 1936. A guidare la squadra italiana come nel 1934 c’è sempre Vittorio Pozzo, un giornalista con un passato da calciatore e soprattutto un’esperienza da tenente degli Alpini durante la Prima Guerra mondiale.

L’Italia disputa a Parigi il 19 giugno la finalissima contro l’Ungheria. Il punteggio finale è di quattro goal a due per la nostra nazionale che si aggiudica il secondo titolo mondiale consecutivo, dopo quello di quattro anni prima e consolida un’immagine vincente ben cavalcata dal Regime fascista


Come commissario tecnico guida la nazionale per tre volte: una breve parentesi dal 29 giugno al 3 luglio 1912, una successiva esperienza dal 9 marzo al 2 luglio 1924 e infine quella più duratura e di successo dal primo dicembre 1929 fino al cinque agosto 1948. A proposito del mestiere di allenatore, scrive sul suo taccuino: “Lavorare in modo chiaro, lineare, schietto, in tono e sostanza tale da dare al giocatore la sicurezza assoluta dell’onestà e della dirittura di condotta nei suoi riguardi. Dividere col giocatore lavoro, fatica e sacrificio. Comandare con l’esempio. Non abbandonarlo mai.” Rimangono famosi i suoi modi militareschi di preparare il gruppo, mantenendo una vicinanza unica ai suoi giocatori. Prima della competizione mondiale organizza un ritiro triplice tra Cuneo, Stresa e Roveta, fatto di allenamenti duri e regole ferree. Si racconta che addirittura Silvio Piola si lamenti di queste metodologie con lo stesso Pozzo. Le formazioni che prendono parte alla Coppa del mondo del 1938 sono in totale 15: l’Austria si ritira prima dell’inizio, in quanto non esiste più come nazionale dopo l’annessione alla Germania. Altre grandi squadre, vista la drammaticità della situazione internazionale, decidono di non prendere parte all’evento, dalla Spagna all’Inghilterra, fino all’Argentina e all’Uruguay. La nazionale italiana nel primo turno degli ottavi di finale soffre con la Norvegia e si qualifica solo grazie ad un goal di Silvio Piola durante i tempi supplementari. Ai quarti di finale si registra invece un netto successo sulla Francia. Superato il temibile Brasile in semifinale, l’Italia disputa a Parigi il 19 giugno la finalissima contro l’Ungheria. Il punteggio finale è di quattro goal a due per la nostra nazionale che si aggiudica il secondo titolo mondiale consecutivo, dopo quello di quattro anni prima e consolida un’immagine vincente ben cavalcata dal Regime fascista. Si chiude l’ultimo torneo disputato prima degli orrori della guerra. Si tornerà infatti a organizzare un mondiale di calcio solamente dodici anni dopo in Brasile, nel 1950.
Ripercorriamo le vicende di questa nazionale ai mondiali del 1938 e del suo allenatore Vittorio Pozzo, con una puntata del programma Passato e Presente.