La nascita della Compagnia di Gesù

Obbedienza ed evangelizzazione

Quando Papa Paolo III, nel 1540, decreta la nascita della Compagnia di Gesù, mai avrebbe immaginato che stava vedendo la luce, l'ordine religioso che avrebbe caratterizzato, più di ogni altro, l'epoca moderna.
La storia della Compagnia inizia sei anni prima, nel 1534, per volontà di Ignazio da Loyola e di sei compagni di studi che, decisi a dar vita a una comunità religiosa, si legano ai voti di povertà castità e obbedienza. L'intento è  quello di occuparsi della evangelizzazione in terra di missione e obbedire fedelmente ai desideri e alle indicazioni del papa. Obbedire “perinde ac cadaver”, come fossi un cadavere, un corpo privo di volontà propria. Questa è la locuzione latina che Ignazio adopera, per descrivere l'obbedienza che gli appartenenti all'ordine devono alla Provvidenza, incarnata dal superiore religioso.

L’obbedienza è centrale per la missione e per l’unità della Compagnia di Gesù, e uno speciale vincolo lega la Compagnia al Santo Padre. Oltre ai tre voti propri di tutti gli ordini infatti, i gesuiti promettono obbedienza al Papa, rendendosi disponibili a essere inviati ovunque e a ricevere una qualsiasi missione che il pontefice ritenga utile al bene della Chiesa. La Compagnia di Gesù non è l’unico Ordine a fare un quarto voto. I Camilliani, ad esempio, fanno voto di assistenza ai malati, mentre gli ordini monastici fanno un voto di stabilità. Per i gesuiti questo voto “in più” appartiene al carisma stesso dell’Ordine, cioè è al cuore della loro identità.

Nel 1556, a soli 16 anni dalla nascita della Compagnia, muore il fondatore Ignazio da Loyola, ma l'ordine conta  già più di mille confratelli.
La Compagnia si distingue per lo zelo posto nell'opera di evangelizzazione tipico della Controriforma,  e per questa ragione il mondo protestante la vede con sospetto, ritenendola  una sorta di esercito personale del Papa.
I gesuiti vanno in missione oltreoceano e in estremo oriente confrontandosi con culture e popoli profondamente differenti. Padre Francesco Saverio evangelizza per primo l'India e il Giappone, mentre Matteo Ricci porta il messaggio di Cristo in Cina.
In Europa cercano di riconquistare alla cattolicità le terre passate agli evangelici, soprattutto aprendo numerose scuole e collegi, grazie ai quali l'ordine riesce non solo  ad avvicinare numerosi giovani alla vita religiosa, ma a formare la futura “intellighenzia” di un paese.  Dalle loro scuole escono alcuni dei principali intellettuali dell'epoca moderna, tra i quali Cartesio e Voltaire.
Ma i gesuiti hanno anche la capacità di “sussurrare” ai potenti, diventando spesso confessori e padri spirituali di nobili e sovrani. Una caratteristica che  li renderà invisi alla parte meno clericale e papalina d'Europa. In Sudamerica le potenze coloniali mal sopportano i tentativi dei gesuiti di difendere le popolazioni locali dallo sfruttamento incondizionato e dallo sterminio.
I conflitti esplodono nell'epoca dei “lumi” quando le monarchie europee si mostrano sempre meno disposte ad accettare le ingerenze dei gesuiti. La Compagnia di Gesù viene prima espulsa da molti paesi e poi soppressa, nel luglio del 1773, per ordine di Papa Clemente XIV.
Viene ricostituita durante la Restaurazione nel 1814, continuando la sua storia ricca e articolata, che ha visto nel 2013, con l'elezione di Papa Francesco, salire per la prima volta un gesuita sulla cattedra di Pietro.