Clemente di Metternich
La fine dell'era napoleonica
Presentiamo qui una puntata del programma Passato e Presente dedicata a Metternich e all'arte della diplomazia.
Clemente di Metternich, ministro degli esteri austriaco e considerato dalla storiografia una figura reazionaria per definizione nel quadro politico europeo di inizi Ottocento. Nasce a Coblenza, nella Renania settentrionale, nel 1773 da una famiglia aristorcratica. Dopo gli studi compiuti a Strasburgo, nel bel mezzo dell'epoca rivoluzionaria francese, si trasferisce a Vienna, dove viene introdotto agli ambienti di corte, sposandosi nel 1795 con Eleonore Von Kaunitz, nipote del principe Von Kaunitz, cancelliere della regina Maria Teresa d'Austria per circa quarant'anni. Il suo esordio in diplomazia è di due anni dopo, nel 1797 e coincide con i primi passi dell'ascesa del giovane generale Napoleone Bonaparte, destinato a diventare suo avversario naturale e di una visione politica basata sull'ordine e sull'equilibrio. Nel 1805 viene incaricato di trattare e gestire gli accordi di allenza tra Austria e Prussia contro Napoleone, concretizzandoli nel Trattato di Potsdam. Un anno dopo, nel 1806 è ambasciatore a Parigi e tre anni dopo, nel 1809, in un anno difficilissimo per l'Austria che vede il fallimento dei tentativi di opporsi alle mire espansionistiche di Napoleone, Metternich viene nominato ministro degli esteri del Regno. Il compito affidatogli è delicatissimo: limitare lo strapotere militare francese ed elaborare nuove strategie vincenti per ribaltare la situazione in cui si trova l'Austria. Da subito dimostra le proprie le proprie abilità diplomatiche, facendosi promotore del matrimonio tra Napoleone e Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, figlia dell'imperatore austriaco Giuseppe I, celebrato inizialmente per procura l'11 marzo 1810 e con rito religioso il 2 aprile dello stesso anno al Louvre di Parigi. Metternich si allea con gli odiati nemici e nel frattempo prende tempo per studiare altre soluzioni e l'occasione arriva in breve tempo. Nel 1812 la Francia avvia la campagna di Russia che si rivela in pochi mesi disastrosa e il ministro austriaco si pone come mediatore della pace con i russi.
Clemente di Metternich, ministro degli esteri austriaco e considerato dalla storiografia una figura reazionaria per definizione nel quadro politico europeo di inizi Ottocento. Nasce a Coblenza, nella Renania settentrionale, nel 1773 da una famiglia aristorcratica. Dopo gli studi compiuti a Strasburgo, nel bel mezzo dell'epoca rivoluzionaria francese, si trasferisce a Vienna, dove viene introdotto agli ambienti di corte, sposandosi nel 1795 con Eleonore Von Kaunitz, nipote del principe Von Kaunitz, cancelliere della regina Maria Teresa d'Austria per circa quarant'anni. Il suo esordio in diplomazia è di due anni dopo, nel 1797 e coincide con i primi passi dell'ascesa del giovane generale Napoleone Bonaparte, destinato a diventare suo avversario naturale e di una visione politica basata sull'ordine e sull'equilibrio. Nel 1805 viene incaricato di trattare e gestire gli accordi di allenza tra Austria e Prussia contro Napoleone, concretizzandoli nel Trattato di Potsdam. Un anno dopo, nel 1806 è ambasciatore a Parigi e tre anni dopo, nel 1809, in un anno difficilissimo per l'Austria che vede il fallimento dei tentativi di opporsi alle mire espansionistiche di Napoleone, Metternich viene nominato ministro degli esteri del Regno. Il compito affidatogli è delicatissimo: limitare lo strapotere militare francese ed elaborare nuove strategie vincenti per ribaltare la situazione in cui si trova l'Austria. Da subito dimostra le proprie le proprie abilità diplomatiche, facendosi promotore del matrimonio tra Napoleone e Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, figlia dell'imperatore austriaco Giuseppe I, celebrato inizialmente per procura l'11 marzo 1810 e con rito religioso il 2 aprile dello stesso anno al Louvre di Parigi. Metternich si allea con gli odiati nemici e nel frattempo prende tempo per studiare altre soluzioni e l'occasione arriva in breve tempo. Nel 1812 la Francia avvia la campagna di Russia che si rivela in pochi mesi disastrosa e il ministro austriaco si pone come mediatore della pace con i russi.
"L'Europa è in fiamme: dalle ceneri sorgerà un nuovo ordine di cose, o meglio l'antico ordine apporterà la felicità ai nuovi Regni". Da queste parole dello stesso statista austriaco si comprende il senso del Congresso di Vienna, tenutosi all'indomani della sconfitta francese a Lipsia: dal 1 settembre 1814 fino al 9 giugno 1815, la cui lunga durata è dovuta al momentaneo ritorno di Napoleone. Padrone di casa e grande protagonista dell'evento è proprio il ministro degli esteri austriaco. Vi prendono parte le quattro potenze vincitrici contro Napoleone: appunto l'Austria, la Russia, la Prussia e l'Inghilterra. L'obiettivo è quello di discutere insieme le modalità di ripristino dell'antico ordine. Viene ammessa anche la Francia, considerata colpevole, ma allo stesso tempo vittima degli avvenimenti, grazie alle abili manovre di Talleyrand, ministro del nuovo Re di Francia Luigi XVIII. L'atto finale viene ratificato dal Congresso il 9 maggio 1815, esattamente nove giorni prima della battaglia di Waterloo e della definitiva uscita di scena di Napoleone, esiliato all'isola di Sant'Elena. Tutte le decisioni prese si fondano su due punti basilari: il principio di legittimità, secondo cui si riassegna il trono a coloro che sono riconosciuti come i legittimi sovrani precedentemente deposti e il principio di equilibrio per non concedere ad alcun Paese la supremazia territoriale in Europa e per equilibrare le forze delle varie potenze europee così da non permettere più che nessuna singolarmente possa prendere il sopravvento. Nel 1821 Metternich diventa cancelliere del Regno e si trova ad affrontare i primi moti insurrezionali che minacciano il sistema faticosamente ripristinato. Il 27 luglio 1830 il re francese Carlo X è costretto alla fuga e si crea il primo vero strappo degli accordi di Vienna. Si tratta però solo dell'inizio, il 13 marzo 1848 è la stessa capitale austriaca ad insorgere costringendo alla fuga il suo cancelliere, che prende la via dell'esilio. Tornerà solo nel 1851 continuando a difendere quel sistema forgiato dopo tante strategie diplomatiche e di cui non vedrà il definitivo fallimento, a causa della morte che lo coglie l'11 giugno 1859. Napoleone e Metternich: Il condottiero e lo statista, le due figure protagoniste della storia europea tra Settecento e Ottocento.A Dresda, il 26 giugno 1813 va in scena un incontro di nove ore tra Metternich e Napoleone, che non cede alla resa offertagli dal suo avversario alleato dello zar Alessandro I di Russia. Le successive sconfitte di Lipsia nella battaglia delle Nazioni nel 1813 e di Waterloo nel 1815, sanciscono il definitivo tramonto di Napoleone e della sua moderna visione politica, con la vittoria di Metternich e il ripristino in Francia della monarchia e in Europa del sistema prerivoluzionario.