Giovanni Falcone
Una vita al servizio dello Stato
Un ragazzo di Palermo, che inizialmente dopo la scuola decide di seguire la passione per il mare e di andare all’Accademia di Livorno. Poi una decisione che gli cambia la vita: torna in Sicilia e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza. La laurea, l’ingresso in magistratura e nel 1964 la nomina di pretore a Lentini. Dopo poco tempo il trasferimento a Trapani come sostituto procuratore dove rimane per circa dodici anni, iniziandosi ad interessare al fenomeno mafioso. Un evento tragico anticipa il suo trasferimento al Palazzo di Giustizia di Palermo: il 25 settembre 1979 il giudice Cesare Terranova viene giustiziato dalla mafia ed ucciso nella sua auto insieme al suo agente di scorta Lenin Mancuso, prima che possa prendere servizio alla guida dell’Ufficio Istruzione di Palermo. Lo stesso dove Falcone poco dopo inizia a lavorare e a seguire diverse indagini, sotto la direzione del consigliere istruttore Rocco Chinnici. Nuovamente un fatto tragico segna un passaggio fondamentale nella vita del magistrato: l’omicidio di Chinnici il 29 luglio 1983 e l’avvento all’Ufficio Istruzione di Antonino Caponnetto che mette in pratica le idee del suo predecessore e costituisce il Pool antimafia, uno strumento essenziale di collegamento tra tutti i magistrati impegnati in indagini di natura mafiosa. Inizia per Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e gli altri magistrati palermitani un lungo cammino costellato di numerose vittorie come il pentimento di Tommaso Buscetta, la sentenza del Maxiprocesso e altrettanti momenti difficili come gli omicidi dei funzionari di polizia Montana e Cassarà e il trasferimento temporaneo al carcere dell’Asinara causa il pericolo di presunti attentati per Borsellino, Falcone e le rispettive famiglie.
Nel 1988 un duro colpo per Giovanni Falcone: la mancata nomina a capo dell’Ufficio Istruzione al posto di Caponnetto e i difficili rapporti con il successore di quest’ultimo, Antonino Meli. Si susseguono diversi eventi negativi per Falcone fino al trasferimento a Roma, nel 1991, alla direzione dell’Ufficio Affari penali del Ministero della Giustizia, su chiamata di Claudio Martelli. In uno dei tanti viaggi di ritorno nella sua Sicilia, il 23 maggio 1992, sull’autostrada che porta dall’aeroporto a Palermo, l’attentato, con il quale la mafia uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, ragazzi giovani, futuri sposi e padri di famiglia: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Ripercorriamo attraverso immagini d’epoca le vicende di Giovanni Falcone: fino alla fine una vita al servizio dello Stato.il 23 maggio 1992, sull’autostrada che porta dall’aeroporto a Palermo, l’attentato, con il quale la mafia uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti di scorta, ragazzi giovani, futuri sposi e padri di famiglia: Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani