Eracle a Siracusa
Emma Dante rilegge Euripide
E' stato uno degli spettacoli più rilevanti dell' edizione 2018 del Festival del Teatro Greco di Siracusa. Stiamo parlando dell' Eracle di Euripide, tragedia messa in scena da Emma Dante. Fu scritta e rappresentata probabilmente tra il 423 ed il 420 a.C., ma la data non è certa.
Sintetizzando, la trama vede Megara, moglie di Eracle, i tre figli dell’eroe e il padre Anfitrione, attendere il ritorno di Eracle, sceso nell’Ade per compiere l’ultima fatica; la loro vita è in pericolo da quando a Tebe, Lico si è impadronito del potere uccidendo Creonte, padre di Megara e re della città.
Proprio quando il sacrificio sta per compiersi ritorna Eracle, entra nella reggia per tentare un agguato a Lico. Questi cadrà poco dopo sotto i colpi di Eracle. Giustizia è fatta, almeno così sembra, perchè la tragedia è in agguato...
La regista palermitana si affida ad un cast tutto al femminile, che recita anche le parti maschili, mentre a Carmine Maringola, di professione attore ma di formazione architetto, figura cardine del teatro della Dante, stavolta è affidata la scenografia. Il risultato è un impianto scenico di grande impatto, molto funzionale alla visione della regista.
A chiudere idealmente il semicerchio delle gradinate svetta un grande cimitero marmoreo, con una lunga schiera di ritratti appesi sui loculi tombali e croci di legno: è il palazzo regale di Eracle e raccoglierà le molte morti previste dal testo di Euripide. Al centro, una vasca piena d’acqua, che assolverà a svariate funzioni: ospitare riti lustrali, raccogliere le tante lacrime, e riflettere la luce delle candele del lutto.
Sintetizzando, la trama vede Megara, moglie di Eracle, i tre figli dell’eroe e il padre Anfitrione, attendere il ritorno di Eracle, sceso nell’Ade per compiere l’ultima fatica; la loro vita è in pericolo da quando a Tebe, Lico si è impadronito del potere uccidendo Creonte, padre di Megara e re della città.
Proprio quando il sacrificio sta per compiersi ritorna Eracle, entra nella reggia per tentare un agguato a Lico. Questi cadrà poco dopo sotto i colpi di Eracle. Giustizia è fatta, almeno così sembra, perchè la tragedia è in agguato...
La regista palermitana si affida ad un cast tutto al femminile, che recita anche le parti maschili, mentre a Carmine Maringola, di professione attore ma di formazione architetto, figura cardine del teatro della Dante, stavolta è affidata la scenografia. Il risultato è un impianto scenico di grande impatto, molto funzionale alla visione della regista.
A chiudere idealmente il semicerchio delle gradinate svetta un grande cimitero marmoreo, con una lunga schiera di ritratti appesi sui loculi tombali e croci di legno: è il palazzo regale di Eracle e raccoglierà le molte morti previste dal testo di Euripide. Al centro, una vasca piena d’acqua, che assolverà a svariate funzioni: ospitare riti lustrali, raccogliere le tante lacrime, e riflettere la luce delle candele del lutto.
Lo spettacolo si caratterizza, come spesso accade alla Dante, per la consueta esplosione di vitalità, per l' assenza di un qualsivoglia immaginario eroico condiviso, per quel senso del grottesco che è un vero e proprio asse portante dello spettacolo e più in generale della poetica di una dei più interessanti talenti del teatro italiano contemporaneo