In scena: Rossella Falk
Ritratto dell' ultima primadonna del teatro italiano
L’ultima primadonna del teatro italiano, per molti una grande diva, per qualcuno qualcosa di più: una creatura divina. Stiamo parlando di Rossella Falk.
Il documentario racconta la grande attrice, scomparsa nel 2013, attraverso un collage delle sue stesse parole, estratte dalle interviste da lei rilasciate in vita. Una sorta di autobiografia postuma in cui Rossella Falk – definita la Greta Garbo italiana anche se lei minimizzava e non si prendeva mai troppo sul serio - dialoga virtualmente con i suoi amici e con i momenti più intensi delle sue memorabili prove d’attrice.
Nata a Roma nel 1926, entra per puro caso all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica. Dotata di un talento naturale, spicca subito il volo alla corte di Visconti per poi fondare con Romolo Valli e Giorgio De Lullo la più importante compagnia del secondo novecento italiano, la Compagnia dei Giovani. Vent’anni di trionfi, di stile, eleganza formale e grande cultura: una carriera da regina del teatro e della prosa televisiva, impreziosita da poche ma leggendarie incursioni cinematografiche, come in “8½” di Federico Fellini, che le cuce addosso un personaggio su misura a partire dal nome, Rossella appunto.
Una vita costellata di successi e di grandi amori, in cui hanno convissuto la frequentazione del jet set internazionale e una generosità pura, popolana e ironica, che è sempre stata la sua identità più autentica. Le opere di Pirandello e di Tennessee Williams sul comodino e le battute taglienti e affettuose in romanesco con gli amici: altera e sofisticata agli occhi del pubblico adorante, è in realtà semplice e umanissima.
Il documentario racconta la grande attrice, scomparsa nel 2013, attraverso un collage delle sue stesse parole, estratte dalle interviste da lei rilasciate in vita. Una sorta di autobiografia postuma in cui Rossella Falk – definita la Greta Garbo italiana anche se lei minimizzava e non si prendeva mai troppo sul serio - dialoga virtualmente con i suoi amici e con i momenti più intensi delle sue memorabili prove d’attrice.
Nata a Roma nel 1926, entra per puro caso all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica. Dotata di un talento naturale, spicca subito il volo alla corte di Visconti per poi fondare con Romolo Valli e Giorgio De Lullo la più importante compagnia del secondo novecento italiano, la Compagnia dei Giovani. Vent’anni di trionfi, di stile, eleganza formale e grande cultura: una carriera da regina del teatro e della prosa televisiva, impreziosita da poche ma leggendarie incursioni cinematografiche, come in “8½” di Federico Fellini, che le cuce addosso un personaggio su misura a partire dal nome, Rossella appunto.
Una vita costellata di successi e di grandi amori, in cui hanno convissuto la frequentazione del jet set internazionale e una generosità pura, popolana e ironica, che è sempre stata la sua identità più autentica. Le opere di Pirandello e di Tennessee Williams sul comodino e le battute taglienti e affettuose in romanesco con gli amici: altera e sofisticata agli occhi del pubblico adorante, è in realtà semplice e umanissima.