Le Sedie

Il "Teatro dell' assurdo" ancora così attuale

Un faro abbandonato su un’isola: un vecchio e una vecchia attendono in una grande sala gli ospiti per una conferenza, una cerimonia sontuosa per accogliere un oratore e il suo messaggio fondamentale. Due vecchi, marito e moglie, che goffamente rivelano la loro piccola realtà: illusioni, delirio, fallimento, ma soprattutto un grande silenzio, una mancanza di interlocutori così come di comunicazione. Ma comunicare cosa? È un grande vuoto quello che risuona intorno ai due anziani, circondati da una ressa di figure inesistenti, sedie che si accatastano, rumori di sottofondo, senza che nulla avvenga realmente, perché in questa farsa tragica, dove si ride con angoscia, il nodo centrale è esorcizzare la paura, la disperazione.

Questo in breve è Le Sedie, uno dei testi più importanti di Eugène Ionesco, che  a distanza di quasi settant’anni dal debutto dello spettacolo (prima assoluta al Théâtre Lancry di Parigi, il 22 aprile 1952)  sembra parlare direttamente al nostro disarmante presente.  Un classico del  drammaturgo franco - rumeno, uno degli autori di punta del cosiddetto "Teatro dell' assurdo" che tra gli anni  Quaranta  e Sessanta del secolo scorso, rivoluzionò radicalmente linguaggio e temi allora dominanti sui palcoscenici,  mettendo alla berlina tutte le convenzioni su cui si basa la nostra quotidianità, dentro o fuori da un teatro. 
 
Ma cosa resta di quella " rivoluzione" e degli autori che la realizzarono ?  Quanto sono attuali, quanto parlano al nostro presente ?

Per scoprirlo siamo andati al Teatro Vascello di Roma dove si rappresentava una versione de "Le Sedie" con la regia di Valerio Binasco ed abbiamo chiesto ai due attori protagonisti, Michele Di Mauro e Federica Fracassi di aiutarci a capire l' attualità di questo classico.