Paradiso

La Divina Commedia secondo Cristicchi

Potrebbe sembrare un azzardo portare oggi in scena Dante, scegliendo oltretutto anche la terza cantica della Divina Commedia, il Paradiso, da sempre considerata la più difficile, ostica, piena di riferimenti filosofici, teologici etc che paiono molto lontani da noi e dal mondo in cui viviamo.

Eppure  ogni uomo abita una nostalgia dell’infinito, un senso di separazione, un desiderio di completezza che lo spinge a cercare un senso alla propria esistenza.
Il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso, cercando dentro all’Inferno - che molto spesso è da lui edificato - barlumi di Paradiso: nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza, nel sapientissimo libro della Natura.

A partire da queste considerazioni sulla cantica dantesca, Simone Cristicchi scrive e interpreta lo spettacolo. Paradiso Dalle tenebre alla luce, opera teatrale per voce e orchestra sinfonica, racconto di un viaggio interiore dall’oscurità alla luce, attraverso le voci potenti dei mistici di ogni tempo, i cui insegnamenti, come fiume sotterraneo, attraversano i secoli per arrivare con l’attualità del loro messaggio, fino a noi.

La tensione verso il Paradiso è metafora dell’evoluzione umana, slancio vitale verso vette più alte, spesso inaccessibili: elevazione ed evoluzione. Il viaggio di Dante dall’Inferno al Paradiso è un cammino iniziatico, dove la poesia diventa strumento di trasformazione da materia a puro spirito, e l’incontro con l’immagine di Dio è rivelazione di un messaggio universale, che attraversa il tempo e lo vince.

Per farci spiegare perché Dante sia ancora attualissimo, noi siamo andati al Teatro Sala Umberto di Roma , dove uno dei nostri artisti più eclettici, Simone Cristicchi, cantautore, attore, scrittore proponeva appunto al pubblico la sua versione del Paradiso