Tre donne alte, Edward Albee
Con Ida Martinelli, regia di Ferdinando Bruni
Vincitore del Premio Pulitzer e di tre Best Play Award nel 1994, Edward Albee ha creato con Tre donne alte un capolavoro di intelligenza, abilità teatrale e profondità.
Mentre un’autoritaria, sarcastica signora novantaduenne sta morendo, viene accudita da due donne: una cinquantenne disillusa e dalla lingua tagliente e una venticinquenne arrogante e piena di energia. E viene visitata dall’apparizione fantasmatica di un bellissimo ragazzo.
Con i suoi dialoghi, che spaziano dall’incontinenza all’infedeltà, Albee ci offre un ritratto della vecchiaia lontano da qualsiasi sentimentalismo e fra le righe dei suoi dialoghi, dove non manca una buona dose d’ironia, ci parla di perdono, riconciliazione e del nostro destino. Ma è nel ritratto delle tre donne che sta la vera forza dell’opera: caratteri separati e ben distinti nel primo atto, si rivelano essere nel secondo la stessa persona in differenti età della vita.
Acuto tagliente come Chi ha paura di Virginia Woolf?, Tre donne alte mette a nudo le verità della nostra esistenza. Dopo la bella esperienza de L’eclisse e dopo il passaggio di testimone nel ruolo della terrificante Lady Bracknell nell’Earnest wildiano, torna sulle nostre scene la coppia formata da Ida Marinelli e Elena Ghiaurov, affiancata dalla giovane Denise Brambillasca.