L’Italia è stata la prima nazione al mondo a inserire nella propria Costituzione la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico. Perché è così importante? Con Salvatore Settis, archeologo e storico dell'arte, riscopriamo l'articolo 9, uno dei principi fondamentali della nostra Carta che sostiene la cultura, la ricerca e le tante grandi bellezze del nostro paese. Parliamo di arte, ma anche di ambiente, con il professor Giorgio Vacchiano. E del settore agroalimentare, con l'imprenditrice agricola Deborah Piovan e Alberto Spagnolli dell'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Tutti insieme formano un patrimonio ricchissimo, ma fragile: proteggerlo e valorizzarlo è il compito di tutti i cittadini. Magari proprio con il volontariato, come racconta la Delegata del Fai Roma Elita Viola.
Immagini di 5 siti iscritti come Patrimonio naturale Unesco in Italia: Monte San Giorgio, le Dolomiti, le isole Eolie, Etna e le Faggete vetuste.
In questa puntata si racconta come nasce la liuteria a Cremona, la Dieta Mediterranea, i canti dei Tenores sardi, le pratiche agricole della vite di Alberobello e di Pantelleria.
L'Italia è considerata il centro del Mediterraneo e massima espressione del sincretismo culturale. Dai Mosaici di Piazza Armerina all'arte bizantina a Ravenna. Dalla Palermo araba-normanna agli intrecci di stili e culture di Caste Del Monte di Federico II di Svevia.
Un viaggio tra le ville e i "sollazzi" reali, dalle residenze extraurbane dell'età romana a quelle del XIX secolo. La Villa di Oplontis a Torre Annunziata, Villa Adriana e Villa d'Este, ville e giardini medicei e le residenze sabaude.
Il paesaggio culturale rappresenta l'interazione tra ambiente e l'uomo ed è la risultante del rapporto tra elementi naturali e le forze sociali ed economiche. I paesaggi della Val d'Orcia, i vitigni delle Langhe Roero e Monferrato, le Cinque Terre, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diana e i siti Paestum e Velia.
La Factum Foundation esegue un meticoloso monitoraggio dello stato di conservazione del patrimonio culturale senza toccare l'oggetto preso di mira, che esso sia una tela, una scultura o una tomba di un faraone. Nel filmato si raccontano i metodi utilizzati con l'uso delle tecnologie digitali.
Serenella Iovino parla dell’allucinazione collettiva nella quale l’umanità sembra attualmente vivere, che ci impedisce di vedere la gravissima crisi ecologica in corso e i suoi effetti devastanti per la sopravvivenza stessa dell’uomo e di molte specie viventi. Il Vesuvio, duemila anni fa, seppellì intere città, come Pompei e Ercolano, sterminando i loro abitanti. Oggi però immemori di questa tragedia del passato e nonostante il fatto che l’ultima eruzione, con morti, feriti e distruzioni, si sia verificata meno di un secolo fa, nel 1944, si continua in maniera irresponsabile a costruire alle pendici del Vesuvio, dove una devastante colata di cemento, oltre ad aver sfregiato un paesaggio celebre nel mondo, espone milioni di persone ad un rischio gravissimo.
Il Castello della Manta (Cuneo), fu donato dalla Contessa Elisabetta de Rege Thesauro di Donato Provana del Sabbione che lo concesse in comodato nel 1985. Inaugurato al pubblico un anno dopo, l'incantevole castello si staglia sullo sfondo delle Alpi del Cuneese, dove per primo abitò Valerano, signore del Marchesato di Saluzzo. Tra gli interni dal sapore medievale, spicca il salone baronale dove è conservata una stupefacente testimonianze di pittura murale quattrocentesca. Si tratta del ciclo miglior di affreschi di stile cortese meglio conservato in Italia, che ritrae mitici eroi ed eroine nelle vesti di cavalieri e dame mentre sfilano dinnanzi alla fonte dell’eterna giovinezza. Della superficie totale di aree verdi, circa 22.000 mq, 3.000 sono costituiti dal Giardino storico e i restanti da bosco e prato.
Villa della Porta Bozzolo (Casalzuigno, Varese) fu donata al FAI dagli eredi Bozzolo nel 1989 e aperta al pubblico nel 1991. A due passi dal lago Maggiore, la villa nata come residenza di campagna dei Della Porta a metà Cinquecento, diventa poi dimora signorile con saloni affrescati in stile Rococò, due secoli dopo. Il giardino all’italiana è di rara bellezza scenografica, con terrazze, aiuole e un roseto di antiche varietà. La villa è stata anche usata come set cinematografico (Paulina, Jean-Louis Bertuccelli, 1880; Franco Battiato, Musikanten, 2005).
Nel 1987, Italsider donava al FAI la Baia di Ieranto, 50 ettari di macchia mediterranea aperti al pubblico nel 2002. Situata nella penisola sorrentina, davanti ai Faraglioni di Capri, la baia fin dall’antichità era considerata un luogo magico e ricco di suggestioni. Plinio il Vecchio narrava che qui avessero dimora le sirene che Ulisse avrebbe incontrato durante il viaggio di ritorno a Itaca. Ieranto è un memorabile brano di paesaggio italiano, un esempio unico nella sua bellezza e ricchezza di flora e fauna. Il verde argenteo dei suoi olivi che staccano sulle scogliere, il blu cristallino del mare, le case coloniche, la cinquecentesca Torre di Montalto, se non riecheggiano il canto delle sirene, ospitano comunque il verso dei gabbiani reali e dei falchi pellegrini.
Giulia Maria Crespi parla del problema di beni inalienabili, come il caso delle dimore venete palladiane a cui appartiene Villa Emo Capodilista (Fanzolo di Vedelago), detta anche ""La Montecchia"", recentemente venduta (2019), malgrado proclamata patrimonio dell'UNESCO nel 1996.
Il Monastero di Torba (Olona, Varese), bene del FAI dal 1977, fu acquistato e donato al Fondo dalla stessa Crespi. Aperto al pubblico dal 1986, l'antico Monastero era stato avamposto militare romano, poi dei Longobardi lungo le mura dell’antica Castelseprio e poi oasi di preghiera per le monache per benedettini. Immerso nella natura lungo la valle del fiume Olona, nel luogo di respiro medioevale sono conservati all'interno della Torre affreschi originali del VIII secolo, una piccola chiesa e un parco archeologico. Il complesso è Patrimonio Mondiale dell’UNESCO del 2011.
Il Castello di Masino (Caravino, Torino), fu acquistato dal FAI nel 1988 da Luigi Valperga di Masino, grazie a donazioni importanti tra cui la FIAT stessa. Originaria residenza dei conti Valperga, discendenti di Arduino, primo re d’Italia (Pavia 1002), qui sepolto nella cappella del castello, è aperta al pubblico dal 1989. Il luogo tramanda intatto il fascino di un glorioso passato che oggi rivive nei fastosi saloni, nelle camere private e nella preziosa biblioteca che custodisce circa 24.000 libri antichi. Più di mille anni di storia sono immersi in un parco ottocentesco di circa 40 ettari di verde, da cui si domina lo straordinario panorama dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, angolo suggestivo del Canavese.
La Villa del Balbianello a Lenno (Lago di Como) fu donata al FAI nel 1988 da Guido Monzino, suo ultimo proprietario, un avventuroso esploratore di vette la cui vita quotidiana e le fortunate gesta, emergono da cimeli di viaggio, arredi e preziose, quanto curiose, collezioni di oggetti d’arte. Aperta al pubblico nel 1989, Villa Balbianello fu voluta nel XVIII secolo dal Cardinal Durini, che qui ospitava noti letterati e viaggiatori. Nelle collezioni della villa, troviamo la più grande raccolta di avori inuit che oggi si possa trovare al di fuori della Groenlandia e inoltre, si pone come unico museo dedicato alla prima spedizione italiana al Polo Nord e sull’Everest. Le stanze della Villa, sono interessate da una preziosa e significativa raccolta di dipinti su vetro raffiguranti scene di genere, realizzati nel Settecento in ambito soprattutto veneziano e secondariamente tedesco e fiammingo. Elegante e di sapore romantico la dimora è immersa in un curatissimo giardino adagiato su un promontorio da cui si godono scorci incantati del Lario.
La Villa è stata set di numerose produzioni cinematografiche, da Guerre Stellari (episodio II) a 007 (Casino Royale).
Il Giardino della Kolymbethra (Agrigento), è una concessione che la Regione Sicilia fece al FAI nel 1999. Aperto al pubblico nel 2001, questo paradiso terrestre immerso nella millenaria Valle dei Templi di Agrigento è un raro gioiello archeologico e agricolo, angolo ombroso di agrumi, mandorli e olivi secolari che fioriscono generosi da una terra celebre per la sua fertilità. Kolymbethra, caratterizzata da antichi ipogei e acquedotti Feaci del V secolo a.C. ancora in funzione, è stato oggetto di ammirazione da parte dei viaggiatori del Grand Tour fra Sette e Ottocento, e Andrea Camilleri ne dedicava un passaggio nel suo romanzo “La pazienza del ragno” (2004).
Il Castello di Avio (Monte Vignola), donato al Fai nel 1977 dalla Contessa Emanuela di Castelbarco Pindemonte Rezzonico, mentre l'annessa Casa delle Guardie fu allora concessa della Provincia Autonoma di Trento. Da dieci secoli in posizione strategica, in vista della Val Lagarina, solcata dall’Adige, il complesso fu aperto al pubblico dal 1979. Roccaforte della nobile famiglia Castelbarco, ancora oggi si erge maestoso sul fianco della montagna entro un circuito di mura merlate con torri, oggi occupato da un rigoglioso giardino. All’interno del fortilizio, nell’alto e possente Mastio e nella piccola Casa delle Guardie, si trovano straordinari affreschi trecenteschi con vivaci scene d’amore e di guerra.
L'Abbazia di San Fruttuoso (Camogli), fu donata da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj nel 1983, per essere aperta al pubblico nel 1988. Incastonata in una placida insenatura sul mare di ligure, raggiungibile solo a piedi o in barca, l'Abbazia è immersa in un tipico borgo ligure stretto tra l'azzurro delle acque e il verde dei terrazzamenti del Monte di Portofino. L'abbazia, monastero benedettino, sorse dal X secolo su una fonte d'acqua perenne e dal Cinquecento, fu proprietà della nota e importante famiglia papale Doria Pamphilj. Il monumento che conserva storie di monaci, principi e pescatori è oggi un gioiello del patrimonio italiano.
Villa Menafoglio Litta Panza, o Villa Orrigoni Menafoglio Litta Panza, è situata a Biumo Superiore (Varese), ed è nota per la sua collezione d'arte contemporanea che il conte Giuseppe Panza di Biumo iniziò a raccogliere nel 1956 con l'acquisto della proprietà. Donata al FAI da Giuseppe e Giovanna Panza di Biumo nel 1996, la villa è stata aperta al pubblico nel 2000, in una cerimonia di inaugurazione, qui documentata, che vide la presenza di Carlo Azeglio Ciampi, allora capo dello stato. Qui Giuseppe Garibaldi insediò il suo quartiere generale del Corpo dei Cacciatori delle Alpi, alla testa del quale vinse gli Austriaci nel 1859. La villa settecentesca spalanca le finestre su un magnifico giardino all’italiana che conserva uno splendido esemplare di Liriodendro o albero dei tulipani, della famiglia delle magnolie, alto più di 20 metri. Negli spazi originali d'epoca, la villa ospita la prima collezione in Europa di arte americana degli anni Sessanta e Settanta. Oltre 150 opere di artisti, per lo più Concettuali e Minimal, sono ispirate ai temi della luce e del colore, convivendo in armonia con gli spazi della villa, i raffinati arredi e le preziose raccolte di arte africana e precolombiana.
Salvatore Settis, intervistato in occasione della V edizione del Festival del Pensare, dal titolo "Male nostro quotidiano", parla del tema della lezione tenuta al Festival, Politiche della natura nell’Italia di oggi. L'etica civile di fronte al malcostume corrente.
Settis denuncia l’uso improprio della frase dell’Idiota di Dostoevskij, “la bellezza salverà il mondo”, che viene citata troppo spesso a sproposito. Infatti, questa frase non va intesa come se la bellezza sia una forza che da sola è in grado di agire, ma che al contrario siamo noi cittadini, che abbiamo il dovere di riconoscere e salvare la bellezza.
Ma quali sono gli usi politici della bellezza che si fanno oggi? Uno è quello dell’uso della bellezza come evasione, che crea deresponsabilizzazione, L’altro è quello di utilizzare il mito del paese più bello del mondo per giustificare la commercializzazione della cultura, sulla base dell’idea oggi molto diffusa che se una cosa non ha un effetto economico non vale nulla.
Per promuovere serie politiche della natura, bisogna partire dall’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Salvatore Settis, intervistato in occasione del seminario "Studiare musica: solo i professionisti? O tutti, anche a scuola?" che si è svolto nel borgo di Montecastelli Pisano dal 31 luglio al 2 agosto 2020, parla della lotta che ha da tempo intrapreso per la salvaguardia del paesaggio italiano. La cementificazione del nostro paesaggio è soprattutto un’offesa alle generazioni future che dovrebbero ricevere intatto questo straordinario patrimonio culturale come noi l’abbiamo ricevuto dai nostri padri. La bellezza del paesaggio è un valore relazionale che si pone in relazione con chi la guarda e con chi la giudica e non è un valore puramente estetico, ma si riferisce anche alla reazione comportamentale e morale del singolo e della collettività. La lotta per la bellezza deve essere anche una lotta per la legalità, per la moralità e per un rapporto sociale equilibrato anche con le generazioni che ci hanno preceduto e con quelle future.
Racconto del progetto del Ministero Beni Culturali e Ministero dell'Istruzione "Adotta un monumento. Una scuola di Portici adotta la Reggia borbonica di Portici riportando la gente a visitarla.
A seguito dei terremoti che colpirono il Friuli 1976 e l'Irpinia-Basilicata del 1980 il Governo italiano rilanciò l'idea di istituzionalizzare e dare un ruolo organico alla Protezione Civile. In questo quadro nel 1981 venne disciplinata la funzione e gli organi che daranno vita al Dipartimento per la protezione civile. Per molti anni le competenze della Protezione sono assegnate alla Presidenza del Consiglio, ma nel 1998 una parte di queste competenze verranno assegnate alle Regioni. Oggi le strutture operative della Protezione civile sono le Forza Armate, la Polizia, i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa, il Servizio Sanitario Nazionale, gruppi di Ricerca Scientifica e Associazioni di volontariato.
Tornare ad una vita normale è sempre un mestiere difficile. Bisogna fare i conti con il dolore, i vuoti laceranti e ora anche i disagi quotidiani di un sisma terribile. Lo speciale di Rai Scuola racconta attraverso i protagonisti del mondo della scuola come guardare avanti senza farsi incastrare da un passato che si è sgretolato. E far ripartire la scuola è un primo e importante passo.